Raccolto un mare di firme contro i “privilegi” dei consiglieri

Chiesta l’abrogazione delle indennità, a partire dalla diaria. Il comitato: «È la prova concreta che i cittadini di Trentino e Alto Adige non ne possono più»


di Martina Bridi


TRENTO. Nel giro di meno di 4 mesi il comitato referendario Core Trentino ha raccolto complessivamente quasi 40 mila firme contro i costi della politica. Nello specifico, in Trentino e in Alto Adige 20.079 persone hanno firmato per la totale abrogazione della legge regionale n. 2 del 1995 che disciplina le indennità dei consiglieri regionali, mentre in 18.706 hanno firmato per l'abrogazione della parte della legge che riguarda la diaria (tra i 3.200 e i 3.500 euro al mese, circa un terzo dell’intero stipendio). La differenza tra il numero di firme raccolte per il primo e il secondo quesito referendario è spiegata dal comitato in virtù del fatto che la maggior parte dei cittadini, preoccupati per il loro futuro, non si accontenterebbero di eliminare la sola diaria.

La raccolta firme di Core Trentino si inserisce all’interno di numerose iniziative sorte in questi ultimi mesi per sollecitare i politici locali a lanciare per primi un segnale di sobrietà in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo. Tra le altre, ricordiamo le 12 mila firme raccolte dal nostro giornale consegnate al presidente della Provincia Lorenzo Dellai, a quello della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder e al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti. Le firme raccolte da Core Trentino sono state ora depositate all’ufficio centrale per il referendum presso la Corte d'Appello, che dovrà verificare la veridicità delle stesse.

«È stato un lavoro intenso, impegnativo e difficile ma siamo ovviamente molto soddisfatti sia del risultato che della rete di referenti sul territorio, incoraggianti e solidali anche nei momenti di difficoltà», spiega Simonetta Gabrielli. «Ci siamo spesso domandati se ce l'avremmo veramente fatta, soprattutto quando le persone venivano a firmare ringraziandoci per quello che stavamo facendo - continua Giovanna Giugni - con questi numeri oggi abbiamo la conferma che le nostre fatiche hanno trovato un primo coronamento».

A partire dal 18 febbraio scorso in numerosi centri del Trentino e dell’Alto Adige le persone hanno potuto sottoscrivere la raccolta firme nei gazebo allestiti dai membri del comitato e negli uffici comunali. «È stata davvero una grande manifestazione di “regionalità”, nel senso che tutti i firmatari si sono sentiti parte di uno stesso territorio dove “torreggiano” i nostri rappresentanti politici con i loro privilegi e hanno sentito il bisogno di dire basta - prosegue la Giugni - una nota che merita di essere evidenziata è il fatto che in Alto Adige sono state raccolte più firme che in Trentino, dove da alcuni Comuni ci hanno restituito i moduli completamente vuoti o con tre sole firme, mentre altri, bisogna riconoscerglielo, di settimana in settimana ci hanno continuamente chiesto nuovi moduli per le firme». Perché questa differenza rispetto all'Alto Adige? «Il Trentino soffre forse di una certa carenza di democrazia - conclude Simonetta Gabrielli - causata dal soffocamento dall'alto della libera espressione delle proprie opinioni».

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