l’inchiesta 

Quel telefono immobile da venerdì forse l’autopsia sul corpo del giovane

TRENTO. Nicola si era allontanato dalla casa materna nella zona di Cristo Re nel pomeriggio di venerdì della scorsa settimana. Otto giorni di ricerche, di verifiche e anche un’inchiesta aperta dalla...



TRENTO. Nicola si era allontanato dalla casa materna nella zona di Cristo Re nel pomeriggio di venerdì della scorsa settimana. Otto giorni di ricerche, di verifiche e anche un’inchiesta aperta dalla magistratura per avere gli strumenti necessari per fare controlli particolari. Tutti si erano mossi, dalle forze dell’ordine alle associazione fino ai privati cittadini per cercare quel ragazzo. Tante segnalazioni, nessun indizio concreto. C’era un solo elemento certo. Il cellulare del ragazzo era stato sempre fermo, sempre agganciato ad una sola cella, quella che fa riferimento a via Sanseverino. Una cella con un raggio di due chilometri all’interno della quale si trova anche la passeggiata e il parco del Doss Trento. Telefono sempre fermo e poi da domenica, telefono spento. Cosa è successo in questi otto giorni? Questa è la domanda alla quale si cercherà di dare una risposta, anche analizzando il corpo del ragazzo. Al momento sembrerebbero esclusi traumi da colpi inferti da una terza persona. Tutto sarebbe compatibile con la caduta dall’alto. Ma quando c’è stata la tragica caduta? Prime informazioni potranno arrivare dall’ispezione cadaverica ma al momento non è possibile escludere che la magistratura decida anche di eseguire un’autopsia per cercare di capire in che momento è finita la giovane vita di Nicola. Che forse dopo aver lasciato la casa della madre e aver percorso un tratto di Lungadige (qui era avvenuto, a quanto pare l’ultimo avvistamento certo) potrebbe esser salito lungo il Doss Trento, fino al Belvedere. Questo spigherebbe perché il telefono, dal momento in cui è stato controllato dopo la denuncia, è rimasto sempre fermo, bloccato in un posto. Verifiche e risposte che però non potranno placare il dolore che la morte di Nicola ha provocato nella sua famiglia, nei compagni di classe dell’Enaip, negli amici che ieri era erano ai piedi del Doss Trento, increduli e senza parole davanti alla tragedia.

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