Punto d'Incontro, a Trento 80 persone vivono in strada
"Le misure anti-Covid ci hanno obbligato a ridurre la capienza"
TRENTO. Sono circa 80 le persone che si trovano al momento a vivere in strada a Trento. Di queste, il 40% è richiedente protezione internazionale.
"Un'emergenza nell'emergenza", dicono dal Punti d'Incontro, dove nel 2020 sono state accolte 585 persone.
"Le misure anti-Covid ci hanno obbligato a ridurre la capienza, senza però che, per questo inverno, venissero messe a disposizione di altre strutture. Intanto osserviamo in molte persone forti peggioramenti di patologie psichiche e fisiche, oltre a un crescente senso di frustrazione e rabbia per gli sgomberi dai rifugi di fortuna", spiega la direttrice Milena Berlanda. La fascia d'età 50-65 anni è peraltro in aumento, con conseguente crescita dei rischi per la salute, così come crescono le situazioni di "cronicizzazione", vale a dire casi di perdurante disagio.
"Quest'anno, anche a causa dei blocchi della mobilità, abbiamo avuto molti meno utenti, su 585 persone 214 sono nuovi arrivi", spiega il presidente Osvaldo Filosi.
La richiesta è quella di agire: "Da settimane si parla di aprire la Residenza Fersina ai senza fissa dimora. Un'opzione che, insieme agli sgomberi sul territorio comunale, permetterebbe a molti di superare l'inverno".