dipendenti pubblici

Provinciali, 23 giorni di assenza all’anno

In media 10 giorni di malattia e 12 di permessi. A scuola il tasso più alto (13 giorni), i più presenti sono i dirigenti


di Chiara Bert


TRENTO. Le 4400 visite fiscali fatte in Trentino dall’Inps ai dipendenti delle aziende private si sono concluse nel 2016 (Trentino di ieri, ndr) con 400 contestazioni, un 10% di lavoratori (contro il 14% nazionale) che non sono stati trovati in casa o non avevano la malattia che avevano dichiarato sul certificato medico.

Ma non è a loro che guarda il decreto Madia, quello con cui la ministra per la Pubblica amministrazione vuole riformare le visite fiscali: è diretto ai dipendenti pubblici il giro di vite con cui il governo vuole combattere il fenomeno dei falsi malati, i furbetti che allungano i weekend o le ferie, o che si mettono in malattia in concomitanza di eventi o dei picchi di lavoro.

La Provincia pubblica ogni anno sul proprio sito il report dei tassi di assenza degli oltre 9 mila dipendenti del settore pubblico (sono esclusi gli insegnanti e i lavoratori della sanità). Gli ultimi dati, riferiti al 2015, dicono che le giornate di assenza per malattia sono state 98.828, una media di 10,47 giorni a dipendente, a cui si aggiungono 118.974 giorni di assenza per motivi diversi dalle ferie e dalla malattia, ovvero permessi, congedi, maternità (13,37 giorni in media). Andando a scorrere i dati per categoria, si scopre che ad ammalarsi di più è il personale tecnico-amministrativo della scuola, composto da 2.699 dipendenti, con 13,52 giorni di assenza in media trainati verso l’alto dai collaboratori ausiliari (i bidelli) che hanno 16,78 giorni di assenza. Non figura il personale docente della scuola pubblica, che ha un inquadramento statale, mentre gli insegnanti della Formazione professionale sono risultati malati per soli 4,49 giorni e gli insegnanti e coordinatori pedagogici delle scuole d’infanzia per 8,80 giorni.

In Provincia tra i meno assenti per malattia risultano i 103 dirigenti: solo 2,22 giorni all’anno per loro, poco più su - sempre sotto la media - i 236 direttori (4,49 giorni), i 177 vigili del fuoco (5,9) e i 180 forestali (6,61), mentre i 7 giornalisti si sono ammalati una media di 10 giorni all’anno. Il trend è sostanzialmente stabile da anni.

«Dopo 14 anni di attività sindacale mi sento di dire che in Trentino il fenomeno dei falsi malati è molto marginale», commenta il segretario della Funzione Pubblica Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe che viene da Sulmona, dove qualche mese fa 46 dipendenti comunali su 102 sono stati coinvolti in una maxi-inchiesta sull’assenteismo. «Qualcuno che fa il furbo c’è anche qui, come sempre, ma i dati sulle visite fiscali che avete pubblicato dimostrano che il malcostume c’è anche nel privato. 400 contestazioni sono tante. Chi abusa non va assolto, i datori di lavoro è giusto che mandino i controlli fiscali», aggiunge il sindacalista. Che sul decreto Madia dà però un giudizio complessivamente negativo: «Mi sembra il classico specchietto per le allodole, prendersela con i dipendenti pubblici fa bello». «Ma più che sbandierare novità che tanto novità non sono, alla ministra suggerirei di agire soprattutto sulla prevenzione. Nel settore pubblico con le assenze per malattia andrà sempre peggio perché l’età media dei lavoratori si è alzata, e lavoratori più anziani significa maggiori rischi di ammalarsi. E riprendersi dall’influenza a 50 anni non è come farlo a 20. Conta anche il benessere organizzativo, so di uffici dove i dipendenti lavorano a 19° e si portano la coperta». Infine Mastrogiuseppe ricorda che per quanto riguarda le fasce di reperibilità delle visite fiscali, in Trentino vale quanto previsto dal contratto per cui i dipendenti pubblici hanno le stesse 4 ore dei privati: 10-12, 17-19. «E speriamo che a livello nazionale ci prendano a modello e venga sanata la disparità».

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