Provincia garante per i mutui prima casa 

La giunta vuole potenziare il fondo nazionale: copertura alle banche per le coppie under 45 che acquistano l’abitazione


di Chiara Bert


TRENTO. Casa, la Provincia cambia rotta. Si chiude l’era - controversa - dei contributi in denaro per l’acquisto dell’abitazione, se ne apre un’altra in cui Piazza Dante si farà garante con le banche perché concedano più facilmente di quanto facciano oggi i mutui necessari a chi vuole acquistare la prima casa. Un intervento mirato soprattutto per le giovani coppie (under 45) residenti in Trentino.

Fine dei contributi. La nuova strategia - che prenderà corpo nella Finanziaria - è stata annunciata dal governatore Ugo Rossi martedì in Prima commissione, dove ha presentato le linee guida della manovra. «I contributi per l’acquisto hanno svolto un’azione molto importante - ha detto - ma è un dato di fatto che hanno anche gonfiato i prezzi delle case. Oggi dobbiamo agire in modo diverso, potenziando gli strumenti di garanzia con le banche che spesso ancora non si fidano a concedere mutui». Lo sanno bene i tanti giovani che, in questi anni, sono entrati in un istituto di credito per accendere un mutuo e si sono sentiti rispondere che senza un contratto a tempo indeterminato, e soprattutto senza qualcuno alle spalle che garantisse per loro, non era possibile.

Il fondo di garanzia. Ecco dunque il punto debole del sistema su cui la Provincia vuole intervenire: le banche. Per farlo Piazza Dante deve trovare un accordo con la Consap, la società del ministero dell’economia che gestisce il «Fondo di garanzia prima casa». Il meccanismo del fondo nazionale prevede il rilascio di garanzie a copertura del 50% della quota capitale dei mutui ipotecari (fino a un ammontare di 250.000 euro) erogati per l’acquisto degli immobili adibiti a prima casa. Il fondo era partito con una dotazione di 650 milioni di euro. Tra gennaio 2015 e giugno 2017 sono state ricevute 35.051 richieste di accesso per accendere il mutuo, in particolare da giovani under 35 (circa il 63% del totale), di cui 29.734 sono state ammesse.

Trento e Bolzano. Il piano della Provincia è di intervenire potenziando le garanzie del fondo - in modo da aumentarle dal 50% al 70% del valore del mutuo - e in cambio ottenere dalle banche tassi agevolati. Un modo per non dover sborsare risorse come in anticipo per pagare direttamente una parte dei mutui, che è la strada scelta da anni dalla Provincia di Bolzano con il «Bausparen», il «Risparmio casa» che pesa sulle casse provinciali per circa 60 milioni all’anno. Il vantaggio del fondo di garanzia è che la Provincia dovrebbe intervenire solo quando il mutuatario non riesce a pagare il mutuo. Le banche - è il ragionamento di Piazza Dante - oggi più che di liquidità hanno bisogno di garanzie, e noi siamo pronti a offrirle.

I sindacati. Mutuare il meccanismo del Bausparen, con il coinvolgimento dei fondi di previdenza integrativa, è da anni la richiesta dei sindacati in Trentino. «Siamo aperti al fondo di garanzia - spiega Andrea Grosselli della segreteria Cgil - ma lo strumento va costruito e serve un accordo con Roma e poi con le banche. Aspettiamo la proposta concreta, i dettagli in questo caso sono decisivi».

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