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Prostituzione: due arresti a Trento. E c’è anche l’accusa di sequestro di persona

L’operazione della Squadra Mobile ha portato ai domiciliari un agente immobiliare di 37 anni e in carcere una donna di 57. 400 euro alla settimana per fornire una stanza a Trento nord



TRENTO. Ieri (28 luglio) la Squadra mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trento, ha eseguito due misure cautelari personali, una ai domiciliari e l’altra in carcere, a carico di un uomo, italiano di 37 anni residente in provincia di Trento, ed una donna, brasiliana di 57 anni, attualmente domiciliata a Verona.

I reati contestati dall’Autorità giudiziaria di Trento sono stati favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nonché sequestro di persona.

L’uomo, di professione agente immobiliare, e la donna, avevano ideato un sistema molto remunerativo, tale da determinare versamenti, su di una carta di credito intestata alla stessa cinquantasettenne , di 400 euro a settimana da parte delle vittime, risultate, nel corso delle indagini, 5 donne e due transessuali, tutti di nazionalità brasiliana.

Inoltre, per reclutare le giovani ed avvenenti ragazze, nonché anche transessuali, da avviare alla prostituzione nella città di Trento, la donna utilizzava servizi di instant messaging (messenger,whatsapp, facebook), in grado di consentirgli di avere una fitta rete di contatti in tutta Italia ed all’estero, in particolare nel suo Paese di origine.

La cinquantasettenne, molto conosciuta nell’ambiente della prostituzione – in base alla ricostruzione degli investigatori – contattava le ragazze proponendogli, previo pagamento di 400 euro a settimana, l’opportunità di avere una stanza, in alcuni appartamenti disponibili nella zona nord di Trento, per potersi prostituire.

La disponibilità degli immobili era garantita dall’intermediazione dall’agente immobiliare, perfettamente a conoscenza a che cosa servissero le locazioni richiestele dalla donna, pronta ad intestarsi i contratti di affitto.

Le indagini della Squadra Mobile sono state avviate in seguito ad una denuncia di un transessuale brasiliano di ventisei anni, vessato e minacciato dalla donna. Quest’ultimo ha raccontato di aver conosciuto la sua sfruttatrice, presentatasi con lo pseudonimo di “toppi”, ovvero la 57enne carioca, attraverso un un’inserzione inserita in un portale di annunci di vario genere, presente nella rete internet.

Nell’occasione ha chiesto alla donna di procurargli una stanza dove potersi prostituire. Trascorsi alcuni giorni, la donna è diventata molto aggressiva nei confronti del ragazzo, iniziando ad umiliarlo, vessarlo ed insultarlo nonché a trattenere anche la metà del denaro ricevuto dai clienti al termine delle prestazioni sessuali. Pertanto, il ventiseienne ha deciso di andarsene.

A questo punto la donna gli ha sottratto il passaporto, impedendogli di fatto, e quindi sequestrandolo, di potersi muovere liberamente sul territorio nazionale nonché di poter ritornare in Brasile.

In seguito alle dichiarazioni del transessuale brasiliano, gli investigatori della Squadra Mobile hanno iniziato una serie di appostamenti nei pressi dell’appartamento utilizzato per prostituirsi, verificando che vi fosse un andirivieni di clienti a tutte le ore del giorno della notte.

In più d’una occasione sono stati ascoltati proprio gli stessi clienti, che hanno confermato di aver consumato poco prima un rapporto sessuale a pagamento e di aver pagato 70/100 euro.

Dalle indagini della Squadra Mobile è anche scaturito che quest’ultima non percepisse alcun reddito per l’erario, a tal punto di poter richiedere, ed ottenere, il reddito di cittadinanza, che sarà revocato.













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