«Pronto soccorso, ticket per tutti»
Tra i codici bianchi e verdi i paganti sono una minoranza. Il primario Ramponi: «Bisogna riconsiderare le esenzioni»
TRENTO. La giunta provinciale di Trento pensa di aumentare i ticket del pronto soccorso? E il primario del Santa Chiara, Claudio Ramponi, rilancia: «Giusto, ma bisogna pure riconsiderare le esenzioni, bambini compresi. Per evitare che si presenti da noi una mamma con il bimbo (esente dal ticket) che ha 37,2 di febbre».
Dichiarazioni che - il primario lo sa benissimo - non piaceranno agli utenti del reparto. Lo sapevate che il 95 per cento delle lamentele che arrivano all’azienda sanitaria, riferite al pronto soccorso, riguardano il pagamento del ticket? Persone che arrivano al pronto soccorso, lamentano un qualche malessere (mal di pancia? problemi di pressione?) e se ne vanno dopo un check-up completo. La maggior parte delle volte gratis. Perché in realtà su 31 mila codici bianchi (la prima soglia del malessere, gente che non avrebbe bisogno del pronto soccorso ma dovrebbe rivolgersi al medico di base) solo 5 mila hanno pagato (dati del 2014). E chi ha pagato 75 euro (il massimo) ha comunque ricevuto una prestazione e non la semplice visita. In caso di prestazione pagano anche i codici verdi (50 euro) ma nel corso del 2014 sono stati solamente 14 mila su 108 mila. In totale, tra verdi e bianchi, l’86 per cento dei pazienti al pronto soccorso va gratis. E - come detto - quando bisogna mettere mano al portafogli scatta spesso la protesta. E per ogni protesta l’azienda sanitaria deve aprire una pratica che richiede la risposta dei medici.
Mettere mano alle esenzioni? La lista degli esentati è lunga, stabilita dalla Provincia nel 2011: traumi subiti nelle 24 ore precedenti; infortuni sul lavoro (in questo caso paga l’Inail); donne in gravidanza, bambini fino a 14 anni, invalidi, malati cronici, pazienti accolti in osservazione breve, redditi bassi e via dicendo.
Basta affacciarsi alla sala d’aspetto del pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara - che talvolta assume l’aspetto di una sala di lettura, con il conforto della macchinetta per il caffè - per rendersi conto che il problema dei codici bianchi (gratis o paganti) è rilevante: sono il 20 per cento del totale. «Gente che trova più comodo e conveniente rivolgersi a noi invece che al medico di base. Ma non è accettabile che arrivi al pronto soccorso una persona che ha un banale mal di pancia ormai da vari giorni e non ha trovato il tempo di farsi visitare dal medico». Una questione organizzativa? «Sì, ma anche economica, visto che stiamo raschiando il fondo del barile» spiega Ramponi. «Al nostro reparto arrivano 96 mila persone all’anno, abbiamo giornate da oltre 300 pazienti».
La giunta provinciale in realtà ha annunciato anche l’intenzione di mettere mano ai ticket per le visite specialistiche, allineandosi al resto d’Italia dove già si pagano. Ma con tariffe comunque differenziate in base alle fasce di reddito. ©RIPRODUZIONE RISERVATA