Pronto soccorso, 40 mila accessi di troppo
Ecco l’esercito dei codici bianchi: invece di andare dal medico, vanno all’ospedale. Le vere emergenze? Il 16 per cento
TRENTO. Sono 40 mila i pazienti che ogni anno - pur non avendone bisogno - si presentano al pronto soccorso per chiedere assistenza. Li chiamano codici bianchi, cioè pazienti che (secondo il protocollo) non hanno problemi urgenti e non sono in pericolo. E a questi se ne aggiungono altrettanti (una buona parte dei codici verdi) che pur avendo qualche problema in più potrebbero comunque rivolgersi al proprio medico curante. Ecco la fotografia dei reparti trentini del pronto soccorso, visti attraverso i dati del 2014 forniti dall’azienda sanitaria, con il Santa Chiara di Trento che da solo risponde alle esigenze del 45 per cento dei pazienti.
Un dato è significativo: i codici bianchi e i codici verdi da soli rappresentano l’83 per cento degli accessi nei reparti di pronto soccorso del Trentino. Una percentuale che all’ospedale Santa Chiara aumenta addirittura all’87 per cento, con i codici bianchi che arrivano al 29,3 per cento (quasi uno su tre!). Ma attenzione: non è che i pazienti dell’ospedale di Trento presentino situazioni di minore gravità. Il fatto è che al Santa Chiara è stata adottata una linea più severa in fase di “triage” (l’accoglienza di pazienti) che dovrà essere estesa anche agli ospedali periferici. In termini più semplici: chi non è grave viene classificato come codice bianco. E poco importa se il paziente protesta, come spesso avviene, anche con violenza. Chi viene classificato come codice bianco deve sopportare tempi di tempi d’attesa più lunghi e soprattutto il pagamento del ticket che va da 25 euro (per la sola visita ) a 75 euro (se sono necessarie prestazioni strumentali o specialistiche). Ma pare che il ticket non sia un deterrente sufficiente. Anche perché ci sono un sacco di situazioni (troppe?) che danno diritto all’esenzione dal ticket e allora anche i bianchi si mettono in coda (gratis) per farsi visitare al pronto soccorso.
Anche per i codici verdi in realtà è previsto il ticket (50 euro in caso di prestazioni strumentali o specialistiche) ma questo pare non scoraggiare i pazienti che affollano i reparti della medicina di emergenza. Le vere emergenze (codici gialli e rossi) a livello provinciale sono circa il 16 per cento.
I numeri degli ospedali periferici sembrano riproporre la situazione dei punti nascita, con Tione che chiude la “classifica” degli accessi dietro a Cavalese e Arco. Ma qui non è prevista una soglia minima e la sopravvivenza dei reparti (che sono un presidio di emergenza sul territorio) non è assolutamente messa in discussione, nemmeno nell’epoca in cui viene potenziato il servizio di elisoccorso per collegare le periferie con l’ospedale centrale. L’elicottero comunque resta (per fortuna) il mezzo di trasporto riservato a un’assoluta minoranza. Perché l’esercito di codici bianchi e verdi raggiunge gli ospedali trentini tranquillamente in auto 83,6%).