INFANZIA

Presentato il protocollo per riaprire i nidi in Trentino

La data è stata fissata: l'8 giugno si riaprono le porte



TRENTO. È stato presentato ieri il protocollo per la ripartenza degli asili nido. Lo schema di base è quello già presentato per i bambini più grandi, dai tre ai sei anni. Ma è stato integrato e modificato sulla base delle esigenze specifiche di questa fascia d’età. Per esempio, i bambini non dovranno utilizzare le mascherine, che invece saranno indossate dai loro educatori. Ci sarà la stessa particolare attenzione per la pulizia e la sanificazione, con regole molto rigide da rispettare, anche negli ingressi all’asilo. I gruppi di bambini saranno più piccoli: si parla di circa quattro o cinque di loro per ogni educatore. Prima dell’emergenza, era prevista la presenza di un educatore ogni sei bambini dai zero ai 18 mesi e ogni nove bambini dai 18 ai 36 mesi.

La questione è importante anche perché ha un riflesso sulle risorse necessarie, sia per il personale sia per l’adeguamento strutturale dei nidi: una questione che rimane sul tavolo e che dovrà essere ridiscussa. Annunciata per l'8 giugno la riapertura.

Nel frattempo, sta lavorando un tavolo tecnico che elaborerà un protocollo pedagogico, da integrare a quello sanitario, per arrivare finalmente a un’indicazione unica. La questione da risolvere è questa: come si potrà mantenere la funzione degli asili nido, il contatto con i bambini e le peculiarità educative, nel contesto di un’epidemia? Non si può certo chiedere ai bambini di mantenere il distanziamento fisico, perché il contatto umano per loro rimane fondamentale, anche fosse solo un abbraccio fra bambini ed educatori. La soluzione potrebbe essere il mantenimento di gruppi fissi, composti da poche persone e sempre le stesse. Un modo per mantenere quanto meno circoscritti i contatti, che inevitabilmente dovranno esserci.

Ogni decisione dovrà comunque passare dal Consiglio delle autonomie locali, l’organo che rappresenta i sindaci: per trovare un accordo che sia condiviso su tutto il territorio. Nel frattempo anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto ieri un incontro all’assessore Mirko Bisesti e ai dirigenti provinciali competenti. Chiedono un confronto urgente «sulle misure per la tutela della salute e della sicurezza da adottare nei servizi educativi alla prima infanzia e nella scuola». D.E.

 













Scuola & Ricerca

In primo piano