Preferenze di genere, arriva la legge
Parte la riforma delle regole elettorali per il Consiglio: liste con uomini e donne in pari numero e in ordine alternato
TRENTO. Più volte annunciato come uno dei primi atti della nuova giunta provinciale, c’è voluta qualche settimana in più ma finalmente è arrivato: si tratta del ddl di riforma della legge elettorale per garantire una maggiore rappresentanza femminile. Lo ha presentato ieri l’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari e prevede ciò che già si sapeva, ripreso com’è in massima parte dalle proposte discusse la scorsa legislatura in commissione ma mai approdate all’esame dell’aula. Si tratta di quattro articolo in tutto ma profondamente innovativi rispetto alle attuali regole di voto del Consiglio provinciale, disciplinate dalla legge 2 del 2003. Prima di tutto, l’obbligo per i partiti di comporre liste equamente divise tra candidati di sesso maschile e di sesso femminile: lo scostamento, ovviamente nel caso di liste con numero dispari di candidati, potrà essere al massimo di una unità. Poi, l’alternanza uomo/donna nell’ordine di presentazione dei candidati. E soprattutto la questione delle preferenze: rimarrà la possibilità di esprimerne tre, ma nel caso in cui l’elettore deciderà di indicarne due dovrà farlo votando candidati di sesso diverso. Idem nel caso di tre: le prime due a sessi alternati e la terza, a piacere, a un maschio o a una femmina.
Che cosa accadrà nel caso in cui l’elettore non rispettasse tale previsione di legge? Semplice: nel caso di due preferenze a candidati dello stesso sesso, la seconda non sarà valida. Anche nel caso di espressione di tre preferenze tutte a uomini (o tutte a donne) resterà valida solo la prima. Circa la presentazione delle liste, si prevede la possibilità per l’Ufficio centrale circoscrizionale (l’organismo che vigila su tutti i passaggi della competizione elettorale) di correggere l’ordine con cui i candidati sono elencati nella rispettiva lista, per rispettare i criteri di parità e di alternanza, mantenendo l’ordine di presentazione all’interno del sesso di appartenenza e mantenendo i nominativo del capolista, a prescindere dal suo genere. Lo stesso Ufficio centrale, sempre per assicurare il rispetto delle nuove norme, potrà anche ridurre il numero dei candidati della lista, cancellandoli a partire dall’ultimo.
Non era scontato che il ddl “salvasse” le tre preferenze. Ma, ha spiegato l’assessora Ferrari, «c’è stata una forte richiesta da parte della giunta». E ha poi auspicato, l’esponente del Pd, che anche a livello regionale in questa legislatura si possa procedere a una modifica delle regole elettorali per i Comuni nella medesima direzione della parità di genere. A livello nazionale, infatti, queste misure sono state già introdotte per tutti i Comuni superiori a 5 mila abitanti, con effetti tangibili per quanto riguarda a rappresentanza femminile nei consigli municipali.