Posta a giorni alterni in montagna

Ok del Cipe al piano, allarme dei sindacati. L'azienda: «Non in Trentino»


Chiara Bert


TRENTO. La posta consegnata a giorni alterni, tre volte a settimana. Per ora è uno scenario sulla carta, ma il sì del Comitato interministeriale al piano di Poste Italiane lo ha fatto diventare più concreto. Nel mirino le zone con bassa densità di popolazione, i paesi di montagna, i Comuni isolati. Le Poste fanno sapere che «in Trentino non c'è ragione di preoccuparsi», ma i sindacati lanciano l'allarme.

La notizia, pubblicata domenica da «Il fatto quotidiano», è questa: il Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica) ha approvato il contratto di programma di Poste Italiane per i prossimi tre anni, che concede all'azienda la «possibilità» di effettuare la consegna delle lettere a giorni alterni. Se si considera che il sabato è già stato soppresso, si arriverebbe a 3 giorni in settimana rispetto ai 5 di oggi.

Il documento ora sarà inviato a Bruxelles per una ratifica che a molti appare scontata. La novità prospettata dal piano dell'ad Massimo Sarmi, d'intesa con il ministero dello Sviluppo economico, riguarda le zone più difficili da raggiungere, con una densità di popolazione sotto i 200 abitanti per chilometro quadrato, i paesi di montagna, e si propone di «riarticolare il servizio secondo criteri più economici».

Stando ai calcoli della Cgil, saranno coinvolti circa 10 milioni di italiani in 5 mila Comuni, con un taglio che arriverebbe a 5 mila posti di lavoro. «È una possibilità teorica, in Trentino non c'è ragione di preoccuparsi», è il commento che arriva dall'Ufficio stampa delle Poste, «anzi c'è una rete di oltre 200 uffici postali che vogliamo utilizzare al meglio». Ma perché il Trentino dovrebbe essere risparmiato, visto che si tratta di una realtà di montagna con bassa densità demografica (la media è di 83 abitanti per chilometro quadrato) e molti paesi piccoli? «Conta molto la realtà locale», è la risposta, «ma vogliamo rassicurare tutti».

Per nulla rassicurati appaiono i sindacati di categoria. Daniela Tessari (Slc Cgil): «La preoccupazione c'è, per le ricadute sugli utenti e per i posti di lavoro. L'azienda lamenta cali del traffico postale (oltre il 20% da qui al 2015, ndr) e il contesto lo conosciamo, a partire dalla razionalizzazione degli sportelli. E se è vero che la consegna a giorni alterni riguarderà le zone a bassa densità, non si vede come il Trentino possa non esserne toccato». Più ottimista Lorenzo Decarli (Uil Poste): «Per ora c'è l'ok del Cipe, ma è solo un primo passaggio. Un'ulteriore ristrutturazione aziendale ci sarà, perché il servizio di consegna ha dei costi e lo Stato non ha soldi per pagarlo, ma la novità dei 3 giorni a settimana non è una cosa né di domani né di dopodomani. E in Trentino c'è un traffico di posta notevole che giocherà a nostro favore».













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