«Porta unica» sul bus: debutto soft
Ieri, con scuole e uffici chiusi, nessun problema. Ma gli autisti sono scettici: sarebbe meglio ripristinare il bigliettaio
TRENTO. Quello della salita sugli autobus urbani utilizzando solo dalla porta anteriore è stato un debutto al rallentatore. Complice un sabato che era anche il primo giorno di un week end lungo e con scuole e uffici chiusi, non ci sono stati problemi particolari.
L'impressione è però quella che gli autisti non condividano questa iniziativa di Trentino Trasporti o che perlomeno sono decisamente perplessi. Nessuna foto e dopo aver riconosciuto di non essere autorizzati a parlare, si lasciano però andare ad una serie di critiche. «È un sistema troppo macchinoso. Prima le fasce orarie, poi il nostro dover valutare se in salita ci sono più di dieci viaggiatori per cui è possibile far salire anche della altre porte. Ed ai fini di limitare le salite abusive, non serve a nulla. Paga sempre chi vuole».
Il timore è legato anche ai tempi di percorrenza: «Ovviamente i tempi di salita e discesa sono destinati ad aumentare ed il rischio è quello di accumulare dei ritardi che per essere recuperati, andranno ad intaccare il nostro periodo di riposo. Ne vedremo delle belle perché se ci saranno ritardi si dovranno modificare gli orari delle corse, ma non sarà certo un automatismo». La riflessione di Massimo: «Diciamo subito che partire il sabato è stato giusto, ma il vero test di prova sarà la prossima settimana con scuole e uffici aperti. Di positivo ci sono piuttosto le nuove telecamere che ci permettono di controllare le manovre in retromarcia». Già le telecamere. Un autista la butta là: «Se funzionassero sarebbe utili».
Ci sono problemi? «No comment» e sale svelto su un autobus in partenza. Un controllore del traffico invece, ne è entusiasta: «Fondamentali per la sicurezza e strategiche per via dei quattro punti di ripresa. E se consideriamo che con il nuovo assetto della postazione di guida, l'autista non potrà intervenire direttamente, la certezza che tutto quello che succede all'interno dell'autobus è ripreso, servirà sia come deterrente che a livello di prevenzione. Ma non sarà solo sicurezza per i viaggiatori, ma anche per l'autista che quando tutte saranno a regime, potrà controllare anche le fasi di retromarcia».
Per i viaggiatori non è mancata la campagna d'informazione. Oltre ai media, 150 avvisi distribuiti alle fermate, per comunicare il cambio delle modalità di salita. Al lato pratico non c'è stata una regola assoluta: a porte chiuse ci si dirigeva a quella anteriore, ma non si faceva altrettanto se c'erano alternative. «Cosa dovremo fare nel caso - ci fa osservare un altro conducente - in cui ci fermiamo a qualche metro dalla fermata per far salire il classico ritardatario? Questa mattina mi è capitato un passeggero che voleva salire come tutti gli altri giorni ed ha iniziato a battere contro la porta chiusa. Cosa dobbiamo fare? Scendere per spiegare? Ripartire? O aprire comunque ?». Caustico un ultimo parere: «Solo una presa in giro. Ma cosa pensano di risolvere con l'obbligo di salita anteriore? Per chi non vuol pagare è solo uno stimolo alla sfida in più. Non cambia assolutamente nulla, ma si vuol far credere che sia una svolta epocale».
Le proposte non mancano e vanno dal controllore fisso sulle linee maggiormente a rischio ed al ripristino della vecchia figura del bigliettaio: «Premesso che non servirebbe personale in numero pari ai 240 autisti in organico, perché non spostare tutti quei dipendenti temporaneamente inabili alla guida o che non ne hanno più i requisiti ripristinando la vecchia figura del bigliettaio? Adesso per questi colleghi, la direzione deve inventare un’occupazione e spesso vengono parcheggiati al deposito, mentre si potrebbe creare un'occupazione reale a parità di stipendio».
Queste le opinioni in attesa del «battesimo di fuoco» della salita da una porta: ossia martedì quando riapriranno scuole e uffici.
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