Piscina, il progetto nasce già da rifare
La vasca presentata dai tecnici non è olimpionica e in commissione è la polemica: «O si rispetta la norma o meglio non farla»
TRENTO. Il progetto preliminare della piscina, opera che la città attende da anni, nasce già da rifare. Ieri infatti alla presentazione da parte dei tecnici comunali in commissione sport delle slide che disegnano il nuovo impianto, sono emerse subito perplessità, per non dire critiche pesanti da parte di consiglieri dell’opposizione certo, ma anche della maggioranza. Cosa non funziona nel progetto presentato dall’ingegnere Franzoi e dall’architetto Predelli? Le slide che scorrevano sul grande schermo hanno fatto vedere un progetto molto curato dal punto di vista architettonico, con la piscina che presenta una copertura a onda e grandi vetrate, ma l’impinato che nell’ordine del giorno votato in consiglio doveva essere olimpionico, di 25 metri per 50, risulta invece di 21, 5 per 50. Per questo invece che una piscina da 10 corsie, che possa ospitare competizioni a livello internazionale, ne risulterebbe una a 8 corsie. Ed a questo punto, si è scatenato un dibattito serrato: il primo ad intervenire è stato il consigliere Marco Santini (M5S) che è insorto dicendo «questo non è il progetto per cui il consiglio ha dato il mandato, che prevedeva la piscina olimpionica. Una piscina che si definisce tale ha delle misure precise, se non le ha è un’altra cosa». Santini ha annunciato che se il progetto sarà così, lo boccerà ed ha chiesto se non si possa fare una struttura più semplice con meno vetrate e tetto non stondato, ma che soddisfi le esigenze di chi va a nuotare. Della stessa idea Elisabetta Bozzarelli (Pd), una delle consigliere che si è più battuta per l’impianto: «Una vasca per ospitare gare e squadre a livello internazionale, deve avere 10 corsie. Se non si farà con queste misure sarà un impianto che non si sostiene economicamente, perché non avrà capacità attrattiva». Bene invece, a detta di tutti gli intervenuti, per quanto riguarda la vasca dei tuffi, con piattaforma da 10 metri e una vasca per tuffi a secco per il riscaldamento degli atleti, le tribune da 800 posti e le palestre: questi erano i contenuti faticosamente raggiunti nell’accordo tra maggioranza ed opposizione del novembre scorso.
Ma è chiaro che la discussione in commissione ha preso una piega che si può sintetizzare così: o ripensate il progetto o non ha senso fare l’impianto. L’ingegnere Franzoi ha tentato di giustificare la scelta: «Gli spazi sono già ridotti all’osso e noi dobbiamo stare nei costi previsti (12 milioni, 8 finanziati dalla Provincia e 4 recuperati dai 18 milioni che dovrebbero arrivare da Roma per il recupero delle periferie, ndr.). Aggiungere due corsie significa spendere 2 milioni in più». A questo punto gli interventi hanno messo in dubbio la sostenibilità dell’opera: Antonio Coradello (Civica) ha proposto di ripensare anche l’area dove sorgerà la piscina, perché gli edifici sono accatastati uno sull’altro, mentre Alberto Salizzoni (Insieme Trento) ha puntato il dito sui costi di gestione e sul rischio di non avere nemmeno parcheggi a sufficienza, perché si dovrà turnare gli eventi con quelli del Blm Group Arena. Paolo Castelli (Gruppo misto) ha tentato di venire in aiuto dei progettisti, dicendo che un’opera deve avere una sua architettura distintiva, ma se si vuole rinunciare all’onda del tetto, si pensi a quest’ultimo in due volumi, così da risparmiare anche sul riscaldamento.
L’assessore Italo Gilmozzi ha incassato critiche e proposte: «Lo scopo della riunione di oggi era capire se ci sono delle correzioni da fare. Prendo atto dei suggerimenti e cercheremo di ripresentare in commissione un progetto rivisto e corretto entro l’anno».