Piscina, con le dieci corsie via le palestre e le vetrate
Nella riunione delle commissioni sport e urbanistica presentato il progetto del futuro impianto natatorio. E Bungaro spiega il riutilizzo dell’ex Santa Chiara
TRENTO. Due progetti, quello della piscina e quello della riqualificazione dell’ex Santa Chiara, che attendono da tempo la realizzazione. I tempi sono ancora lunghi, siamo alla fase preliminare, ma se come dichiarato più volte dal sindaco, ora si deve “portare a casa” qualche risultato, c’è bisogno di un’accelerata. E così ieri, nella riunione delle commissioni congiunte della cultura e sport con l’urbanistica, c’è stato un passo avanti verso la definizione delle opere. Più avanzato il progetto della piscina, dopo discussioni infinite se dotarla di piattaforma di dieci metri o meno (visto che i costi lievitano parecchio), per la quale si è arrivati ad un compromesso: sì alla vasca a dieci corsie, per gare a livello internazionale e misure regolamentari della Fin e alla seconda vasca per i tuffi, con trampolino e piattaforma di dieci metri. Ma il dietrofront sul precedente progetto, presentato da Giuliano Franzoi e dall’architetto Nicola Predelli (dirigente e tecnico del Servizio edilizia pubblica), che prevedeva otto corsie, ha comportato il sacrificio delle due palestre e delle vetrate che erano la cifra stilistica del futuro impianto. Introdotto dall’assessore ai lavori pubblici Italo Gilmozzi e dal presidente della commissione sport Paolo Serra, il progetto che arriverà a breve in consiglio avrà a differenza di quello precedente pareti opache ed una vetrata solo verso l’ingresso, a nord. Gilmozzi ha scandito l’agenda: «Se porteremo il progetto ai primi di dicembre in consiglio, di potrà arrivare alla fase esecutiva nel 2020, per poter avviare i lavori nel 2021».
Soddisfazione da parte del presidente Serra: «Vediamo finalmente in dirittura d’arrivo un lungo percorso, certi che la città avrà un impianto di valenza internazionale». Sacrificata la palestra e la vasca a secco, l’impianto non rinuncia alla sua struttura con il tetto a onda, per consentire a chi si trova in qualsiasi punto delle tribune (da 800 posti) di poter vedere i tuffi. Elisabetta Bozzarelli ha chiesto se è possibile prevedere di pensare un domani alle palestre, Marco Ianes ha posto il problema dell’energia sostenibile e Vanni Scalfi si è augurato che con la costruzione della piscina non si sottraggano spazi al campo da rugby, all’esterno del quale si svolge il terzo tempo. Rimane da valutare anche lo spazio parcheggi, esiguo, posto da Paolo Biasioli. In precedenza è stato illustrato il progetto per la riqualificazione dell’edificio del Centro S. Chiara e l’ex facoltà di Lettere, da parte dell’assessore Corrado Bungaro e dell’architetto Stefano Ravelli (Servizio edilizia pubblica). Bungaro ha sottolineato il percorso partecipato (intrapreso dall’ex assessore Robol) che ha visto la partecipazione di 25 soggetti e ben 57 proposte. Si tratta ora di fare una sintesi, ma è ben curioso che si arrivi a definire prima gli spazi senza avere individuato le funzioni. Si tratta di ristrutturare il piano terra, dove si potrà ricavare nell’ala nord uno spazio multifunzionale di 500 metri quadrati. Il grosso dell’intervento sarà sull’impiantistica, ormai obsoleta e sulla facciata. Ma si scopre che il primo e secondo piano non saranno toccati, perché sede degli uffici del Centro Santa Chiara, del Trento Filmfestival e del Cuminetti, quindi si potrà intervenire solo sul terzo piano, sottotetto utilizzato dall’università, destinato a foresteria per progetti legati al teatro. Bungaro ha parlato della proposta di utilizzo da parte dell’esperto Pier Luigi Sacco, professore di Economia della cultura alla Iulm di Milano, che si è ispirato alla Nuova Agenda Europea, basandosi sugli obiettivi di produzione innovativa, offerta culturale partecipata e inclusiva, nonché intergenerazionale. Consiglieri piuttosto perplessi per la parzialità dell’intervento e per la mancata definizione delle attività previste.