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Piccioni dopo i conigli, falconieri per fermarli

Passalacqua del Comune: «Fanno molti più danni loro corrodendo le lapidi». Rinforzi di personale per la manutenzione. Raddoppiano anche i francescani


di Luca Marognoli


TRENTO. Dopo i conigli i piccioni. Mentre gli operatori della Lav sono nel pieno dell’operazione per la cattura degli animali (e alcuni cittadini hanno protetto i crisantemi con delle gabbie su misura), il Comune si appresta ad un’altra “caccia”, questa volta al volatile. «Fanno molti più danni dei conigli - spiega Carmelo Passalacqua, dirigente dei Servizi funerari di Palazzo Thun - e questo avviene da anni. Il guano che producono, infatti, è corrosivo e intacca anche il marmo delle lapidi».

Un problema risaputo, quindi, ma che ora il Comune ha gli strumenti per affrontare in maniera adeguata. «Sono tre le azioni consigliate per combattere i piccioni: non dar loro cibo, rendere l’ambiente ostile - e noi l’abbiamo fatto collocando reti e fili a bassa tensione venendo però beffati talvolta perché loro sono furbi e fanno il nido sopra gli spuntoni da noi posizionati -, infine incutere loro paura ricorrendo a dei rapaci». Ed è proprio quest’ultima l’“arma” che Palazzo Thun si appresta a sfoderare. Grazie ad una legislazione da poco mutata. «Su nostra sollecitazione - prosegue Passalacqua - è stata inserita nella legge provinciale sulla caccia una norma che consente l’impiego dei falchi per la dissuasione di volatili molesti negli spazi di interesse culturale come il cimitero monumentale. Stiamo valutando seriamente il loro utilizzo, chiamando dei falconieri per alcuni interventi mirati».

Ieri al cimitero l’argomento conigli era tra i più gettonati, tra lo sdegno di qualcuno e l’ironia di altri. «Io propongo che li dotino di radiocollare - sorride Claudio Mongera - per capire quanto ci impiegheranno a ritornare». Un’altra signora propone invece di farli arrosto, “all’ischitana”, dice. E c’è anche chi si è inventato una ricetta speciale: il coniglio alla cimiteriale. Anche al camposanto, insomma, si sorride, approfittando di un tormentone che tiene banco sui mass–media da ormai quasi un anno (e con questo non vogliamo affatto mancare di rispetto a chi i danni li ha subiti o è stato urtato nella propria sensibilità dalla presenza degli animali). La materia - come abbiamo scritto nei giorni scorsi - ha avuto ricadute anche sull’attività dei fiorai. «Come va? Abbastanza bene, a parte i conigli che non sono stati capaci di eliminare», commenta Nunzia Piffer, titolare da ben 30 anni di uno dei chioschi fissi all’ingresso del cimitero. «I crisantemi li comprano lo stesso, ma meno. In sostituzione c’è chi sceglie eriche e ciclamini, che ai conigli non piacciono. Oppure i fiori finti...». E la concorrenza dei fiorai ambulanti di questi giorni? «Qualcuno ci fa notare che hanno prezzi più bassi, ma questo è logico perché loro sono tutti produttori diretti. Anche noi ci riforniamo da loro».

Tra i visitatori del cimitero c’è anche Carlo Realis Luc, responsabile del Settore ambiente di Dolomiti Energia. «I bidoni dell’immondizia? Sono stati tutti svuotati in maniera speciale per l’occasione di queste festività». Verifichiamo: a mezzogiorno sono ancora in gran parte vuoti. Ce ne sono di due tipi: per il residuo e l’organico. «Sono un po’ vecchi e a breve li sostituiremo», aggiunge Realis Luc. «Quelli per l’organico saranno meno ma più grandi: l’umido del cimitero non è lo stesso delle utenze casalinghe, ci sono molti fiori che pesano poco e ingombrano di più». Per Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti, che si celebra oggi, sono state impiegate squadre apposite incaricate dello spazzamento e dello svuotamento dei bidoni.

Anche il personale cimiteriale è stato rafforzato - spiega uno dei responsabili - con una quindicina di persone ieri e 7-8 oggi, quando è previsto un minore afflusso. «I conigli? Con questa massa di persone restano nascosti. Noi comunque continuiamo tutti i giorni a portare terra per riempire le buche. Non fanno danni alle tombe né scendono al livello delle bare, ma vogliamo evitare che qualche signora finisca con il piede dentro e si faccia male».

Gran lavoro anche per padre Armando, che ha ricevuto pure lui “rinforzi”, spiega Passalacqua. «In suo aiuto è arrivato padre Claudio, un altro francescano che è stato qui al cimitero in passato e ora è a Borgo. Il lavoro non manca. In mattinata hanno avuto quattro messe e una ci sarà il pomeriggio».













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