Piante di marijuana in casa: «La uso per dormire bene»
Perginese di 52 anni aveva allestito nel suo appartamento una mini piantagione Arrestato dalla Guardia di Finanza e processato: ha patteggiato 6 mesi e 10 giorni
TRENTO. «La marijuana? La coltivo solo per uso personale. La fumo la sera prima di coricarmi perché e mi aiuta a dormire». Così, ieri, nel corso del presso con rito direttissimo, il cinquantaduenne di Pergine Valsugana arrestato nella mattinata dalla Guardia di Finanza per coltivazione di sostanze stupefacenti, ha risposto al giudice Enrico Borrelli.
L’uomo, difeso dall’avvocato Nicola Degaudenz, era stato arrestato poche ore prima di entrare a Palazzo di Giustizia, al termine di un’operazione che, condotta anche con l’ausilio dei cani antidroga, aveva portato il personale del Nucleo Mobile delle Fiamme Gialle di Trento al ritrovamento di una piccola piantagione nella sua abitazione. In casa, infatti, sono state trovate cinque piante di marijuana alte circa un metro ciascuna (per un peso complessivo di circa mezzo chilo), un’altra pianta già essiccata, numerose foglie, essiccate anch’esse, pronte per trasfromarsi in “spinelli” e miste ad altra sostanza vegetale per un peso complessivo di poco inferiore ai tre etti.
Altri venti grammi marijuana sono stati trovati in un barattolo di vetro, custodito all’interno della credenza in soggiorno. Insieme alle piante sono stati recuperati anche 3 flaconi di fertilizzanti e un’ottantina di semi pronti per essere piantati e diventare verdeggianti piantine.
Una quantità considerevole, insomma, che “sforava” abbondantemente le soglie stabilite dalla legge per essere considerata destinata a “uso personale”, fissata in massimo tre piante. Proprio per questo, ai polsi dell’uomo, che prima di ieri non aveva mai avuto a che fare con la giustizia se non per una guida in stato d’ebbrezza, sono scattate le manette. In casa sua, inoltre, sono stati trovati anche due grammi di cocaina: questi sì, considerati per uso personale e, quindi, non contestati all’imputato dal sostituto procuratore Licia Scagliarini.
Il cinquantaduenne, su consiglio del suo difensore, ha patteggiato una pena a sei mesi e dieci giorni di reclusione (con sospensione condizionale) e una multa di duemila euro. A nulla, insomma, sono servite le assicurazioni dell’imputato che, oltre a ribadire l’uso personale dello stupefacente trovato nella sua abitazione, ha anche risposto negativamente al giudice che più volte gli ha chiesto se avesse mi avuto problemi di dipendenza e fosse mai dovuto ricorrere a strutture per la disintossicazione. Il giudice ha disposto anche la distruzione delle piante sequestrate dai finanzieri. Il perginese ha potuto così tornare subito in libertà.