Perseguita i genitori e finisce a processo
Il quarantenne svegliava in piena notte padre e madre e li aggrediva sia fisicamente che verbalmente: accusato di stalking
TRENTO. Le cronache sono piene di episodi di stalking che hanno per vittime donne, spesso ex fidanzate o mogli di uomini che non si rassegnano alla separazione. Più raro assistere a casi come quello approdato in aula ieri, che vede un figlio prendere di mira i genitori, sottoponendoli a una serie di persecuzioni notturne tali da costringerli a lasciare la loro abitazione e a pernottare altrove. Un figlio quarantenne etilista che decide di scatenare contro la madre e il padre ultrasettantenni tutti i fantasmi generati nella sua mente dai fumi dell’alcol.
Vittime diverse, ma che in comune hanno il fatto di essere persone vicine al persecutore, perché a lui legate da vincoli di amore e affetto o di parentela. Lo stalking è un reato che nasce e trae forza e nutrimento proprio nelle relazioni (percepite in maniera distorta) e questa ennesima vicenda non fa che confermarlo.
I fatti al centro del processo sono numerosi e si riferiscono alla fine al periodo compreso fra il settembre 2015 e lo stesso mese del 2016. Il quarantenne trentino conserva la residenza anagrafica dai genitori, ma non dimora più da tempo nella casa di famiglia: eppure è lì che una forza oscura lo sospinge, soprattutto nelle ore notturne ma non solo.
Una lunga lista di contestazioni quelle mosse nei suoi confronti dalla Procura: l’aver parcheggiato un trattore agricolo con rimorchio nel vialetto che dà accesso ai garage dell’immobile familiare; le ingiurie e gli spintoni contro il padre uscito di casa per l’assillante squillare del campanello; il piombare nell’abitazione di padre e madre minacciando di disfare tutto, spintonando entrambi e tentando di rompere il televisore, poi aggredendo la mamma gettandola a terra e rompendole il cellulare; ancora, lo scavalcare la recinzione e il mettersi a colpire la porta d’ingresso con un attrezzo agricolo urlando offese irripetibili ai genitori; in una circostanza, la chiamata alla polizia per denunciare la scomparsa dei genitori, in modo da farli svegliare nel cuore della notte; le insistenze perché il padre scendesse nel giardino, le richieste di farsi accompagnare a casa in auto e, di fronte a un rifiuto, i calci sferrati alle gambe del 76enne.
Tra le accuse, oltre agli atti persecutori (lo stalking), anche le lesioni aggravate e la resistenza e gli oltraggi a pubblico ufficiale. Al quarantenne sono infatti contestate aggressioni sia fisiche che verbali nei confronti di quattro agenti di polizia, intervenuti su chiamata dei genitori vessati.
L’uomo aveva minacciato anche di “riempire di botte” e “tagliare la gola” agli agenti, oltre a rivolgere loro epiteti offensivi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA