il blitz

Pergine, i cinghiali devastano un campo di mais

Hanno invaso un possedimento a Roncogno, causando gravi danni. È la prima volta che scendono dai boschi della Marzola


di Roberto Gerola


PERGINE. Amara sorpresa l’altra mattina per Carlo Facchinelli, agricoltore di Susà che ha in gestione una campagna nel vicino abitato di Roncogno. Un appezzamento di mais in avanzato stato di maturazione è stato completamente distrutto dai cinghiali. Una devastazione completa, non una pannocchia è rimasta integra, né una pianta. Tutto è stato praticamente “macinato” dai cinghiali, che stavolta sono scesi più a valle del solito. Normalmente, gli animali restavano più in alto nei boschi del conoide della Marzola, a monte degli abitati di Roncogno, Costasavina, Susà e Canale. Vi erano trattenuti dagli stessi abitanti che per evitare danni alle colture sottostanti hanno allestito numerose mangiatoie con gran quantità di grano per sfamare opportunamente gli animali.

Stavolta sono invece scesi con conseguenze estremamente dannose. Nella prima notte, i cinghiali hanno provveduto a distruggere la parte interna del campo, e in quella successiva a “macinare” i bordi. Il campo di mais devastato si trova alla periferia estrema di Roncogno, lungo la strada che raggiunge la ex stazione Fs e poi prosegue verso Maso Poli, nelle «campagne verso la Celva», come la zona è conosciuta.

Proprio nei dintorni è stata segnalata la presenza di una femmina di cinghiale con una dozzina di piccoli: «Questo è il periodo delle cucciolate - spiega Giuliano Andreatta, rettore della riserva di caccia di Pergine - è vietato l’abbattimento di cinghiali fino al 6 settembre, primo giorno di caccia».

Fino a qualche settimana fa, si parlava di una ventina di capi che occupavano la zona del conoide della Marzola, ma in tempi recenti, con le nuove cucciolate, la consistenza sembra sia aumentata notevolmente. Il rettore Andreatta fa sapere che - se finora gli animali erano sulla Marzola - quest’anno sono presenti anche nella zona delle Canzane (i boschi a monte di Assizzi), sul versante perginese della Panarotta e che è stato chiesto il permesso di cacciarli anche in questa zona. «Per quanto riguarda i danni - dice ancora Andreatta - finora sono stati praticamente nulli. Ne sono stati segnalati qualche anno fa nella zona della malga di Susà e verso il Cimirlo, quindi molto in alto rispetto alla devastazione avvenuta in questi giorni nelle vicinanze di Roncogno».

Il primo cinghiale venne abbattuto nel 2012. Il capo da record (oltre 200 kg) è del 2014. Quest’anno i capi uccisi sono stati sei e tra questi uno dal peso di oltre i 150 kg.













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