Per l’Opera Universitaria arriva l’ora dei tagli
Con il nuovo Ateneo l’ente andrà verso un forte ridimensionamento Oggi faccia a faccia Tomasi-Zuelli. Il presidente a un passo dalle dimissioni
TRENTO. La spending review provinciale non risparmia nessuno, nemmeno quegli enti che costano poco e che producono ottimi servizi. E’ il caso dell’Opera Universitaria, creatura nata oltre 20 anni fa con lo scopo di gestire i servizi per gli studenti e diventata - negli anni e sotto la guida del professor Fulvio Zuelli - un piccolo “caterpillar” che ogni anno fornisce (con le mense d’ateneo) oltre mezzo milione di pasti, gestisce un patrimonio di 1600 appartamenti, coordina 3000 borse di studio e dà lavoro a 30 dipendenti. Il suo consiglio di amministrazione - composto da 12 membri - è in effetti un po’ affollato visti i tempi che corrono, ma costa poco: 30 mila euro l’anno.
A vederla così l’Opera sembrerebbe più un ente da potenziare che non da tagliare. Eppure la soppressione è il rischio concreto che corre il “gioiellino” di Zuelli. Motivo? La nuova università provinciale ha radicalmente modificato gli assetti organizzativi interni dell’Ateneo. I “mantra” che si inseguono tra Piazza Dante e via Gilli (sede del super Dipartimento della conoscenza guidato da Marco Tomasi) sono “risparmio” e “razionalizzazione”e a farne le spese, ora, dovrebbe essere proprio l’Opera. Le voci che si rincorrono vanno tutte in questa direzione e i ben informati danno pure per probabili (se non certe) le dimissioni di Zuelli, presidente “svuotato” di potere dentro un ente che sarà completamente rivoluzionato.
Gli scenari allo studio sono due. Il primo disegna un ente che perde la competenza sul diritto allo studio, ma conserva (chissà per quanto...) la gestione dei servizi come mense e appartamenti. Il secondo scenario è più drastico: soppressione dell’Opera Universitaria e assorbimento delle sue competenze tra Provincia e nuovo Ateneo. In questo caso ci sarebbero una trentina di esuberi del personale dell’ente che non si sa bene dove andrebbero ad essere ricollocati: se in Provincia o in Università. Quasi solo di questo si parla all’Opera in questi giorni, con i dipendenti che stanno alla finestra, temendo per il loro futuro professionale.
In effetti il futuro dell’Opera è in bilico già da più di anno, da quando cioè (era il dicembre 2011) un emendamento alla legge di bilancio proposto da Luca Zeni (Pd) ne ipotizzava la sostanziale soppressione. Quell’emendamento venne stoppato all’ultimo e sostituito con un testo più blando. Ma oggi siamo in un’altra era geologica e i risparmi imposti da Roma costringono Piazza Dante a rivedere ogni schema.
Di questo e di molto altro parleranno quest’oggi il presidente Zuelli e il super dirigente Tomasi, in un incontro chiesto dallo stesso Zuelli per avere chiarimenti sul futuro dell’ente, dopo che altri precedenti confronti sullo stesso tema non sono andati a buon fine. E nel caso di un’ennesima fumata nera, stavolta Zuelli potrebbe davvero dire addio alla sua “creatura”.
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