Per il Rei domanda alle Comunità di valle 

Gli aiuti statali per le famiglie povere si potranno sommare all’Assegno unico provinciale



TRENTO. Per richiedere il Rei, la nuova misura nazionale di contrasto alla povertà varata recentemente dal Governo, i residenti in Trentino dovranno recarsi presso gli uffici delle Comunità di Valle e del Territorio Valle dell’Adige (nello specifico i servizi sociali territoriali): sono queste in prima battuta le strutture individuate dalla delibera di Giunta approvata ieri, su proposta del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, per richiedere l’intervento e ottenere informazioni, consulenza e orientamento sulla rete integrata dei servizi sociali.

Quando sarà sottoscritto il protocollo d’intesa tra Ministero dal lavoro e politiche sociali e la Provincia per l’accesso coordinato al Rei e all'Assegno unico provinciale - le due misure, lo ricordiamo, non sono incompatibili - gli sportelli periferici di assistenza e informazione al pubblico della Provincia e gli istituti di patronato e assistenza sociale (che già raccolgono le domande per l’Assegno unico) sostituiranno le Comunità e il Territorio Valle dell’Adige anche quali punti unici di accesso per la presentazione della domanda riguardante il Rei

Ciò ha come scopo quello di facilitare la richiesta delle misure nazionali e locali di sostegno al reddito, agevolando il cittadino nella presentazione delle relative domande. Il cittadino, in altre parole, potrà presentare in un unico luogo domanda sia di Rei che di Assegno unico provinciale.

Ad oggi in provincia di Trento risultano presentate 393 domande Rei, il cui esame dipende dall'Inps. In 311 di questi casi è stata presentata anche la domanda di Assegno unico.

L’Agenzia Provinciale per l’Assistenza e la Previdenza Integrativa è la struttura referente per la gestione dei flussi informativi con l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale e la Provincia autonoma di Trento.

Il reddito di inclusione va da 188 a 490 euro al mese per un periodo massimo di 18 mesi per nuclei familiari con meno di 6 mila euro di reddito Isee e che abbiano anche tutta una serie di caratteristiche di fragilità, ovvero con figli minorenni a carico, figli con disabilità o da singoli disoccupati con più di 55 anni di età. Criteri talmente restrittivi che da più parti si sono levate accuse di inutilità.













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