Per i medici simulazioni come per i piloti
L'analisi ad Exposanità. Fra le strutture a seguire questi percorsi c'è anche Trento
TRENTO. Da Nord a Sud sono meno di una decina gli ospedali che sottopongono il personale ad un addestramento simile a quello dei piloti: i medici con un simulatore, "vivono" situazioni straordinarie, come la gestione dei pazienti dopo una catastrofe naturale o un attacco terroristico. In questo caso non si tratta di una cabina di pilotaggio ma un vero e proprio "reparto", dove manichini speciali e attrezzature mediche inscenano una emergenza.
E fra questi ospedali c'è anche Trento come emerge a Exposanità a Bologna in un simposio dell'Associazione Italiana Ingegneri Clinici, con la partecipazione esperti del settore della difesa e del peace keeping, biomedicali, e comandanti di aviazione.
Chirurgia, anestesiologia e medicina d'urgenza sono i settori clinici in cui la simulazione inizia ad avere un certa diffusione, anche se in Italia i centri che hanno abbracciato l'uso massivo della simulazione in ambito medico sono ancora pochi (tra questi l'Istituto Besta e l'Università del Piemonte Orientale). Altri due sono a Firenze, uno a Trento, uno in Sicilia a Caltanissetta ed infine uno in Sardegna.
Fiducioso è Gianfranco Gensini (presidente Simmed (Società italiana di simulazione in medicina), per il quale "dovrebbe divenire parte integrante del sistema Ecm nazionale". Mentre Paolo Gazzaniga, direttore del Centro Studi di Assobiomedica, spiega che la "collaborazione virtuosa tra ricerca, accademia, industria e mondo clinico può essere l'unico modo per sviluppare una didattica nuova con il meglio di ciò che le tecnologie avanzate possono offrire".