Pdl spaccato, la telenovela continua
Biancofiore: ecco il mio organigramma, attendo che de Eccher e Leonardi rinsaviscano. Ma loro: sei tu fuori dal partito
TRENTO. Michaela Biancofiore se ne adombrerà, ma la vera notizia non è la sua conferenza stampa, in cui ieri mattina all’hotel America ha presentato il nuovo organigramma del coordinamento regionale del Pdl. O meglio, presunto tale. Perché nel sito del partito, ancora ieri, compariva tutt’altro, cioè lo schema che vede Cristano de Eccher co-coordinatore regionale (e quindi “capo” da quando Walter Viola ha lasciato il partito) e Giorgio Leonardi coordinatore provinciale. Con la deputata e sottosegretaria confinata al ruolo di coordinatrice altoatesina, senza dunque potere da Salorno in giù. E infatti la risposta dei vertici trentini del partito è stata ancora una volta durissima (vedi a destra). Siamo insomma all’ennesima puntata dello scontro che da tempo vede gli “azzurri” trentini contrapposti all’amazzone bolzanina, che ieri aveva letteralmente tappezzato la sala dell’incontro con copie della lettera con cui, lo scorso 27 gennaio, Silvio Berlusconi l’ha nominata “commissario straordinario regionale per il Trentino-Alto Adige”. Per poi distribuire ai cronisti fotocopie dettagliatissime con l’indicazione di tutti gli incarichi. Che prevedono anche gli stessi Leonardi e de Eccher, il primo appunto come coordinatore provinciale e il secondo vice coordinatore regionale («perché spero che rinsaviscano»), al pari del bolzanino Enrico Lillo e, sorpresa, di quel Giacomo Bezzi che la stessa Biancofiore ha candidato per il Pdl alla presidenza della Provincia. Poi tutta una serie di nomi con compiti specifici, tra gli altri quello dell’ex popolare Roberto Campana responsabile settore organizzativo e il sindaco di Andalo Paolo Catanzaro agli enti locali, fino all’incarico di portavoce affidato per il Trentino al consigliere comunale cittadino Nicola Giuliano.
Citare tutti gli altri sarebbe impossibile, tanto fitto è l’organigramma, in cui la Biancofiore avrebbe voluto inserire anche il siciliano Enrico la Loggia, già ministro per le Regioni. Che intende comunque candidare come capolista in Alto Adige. Meglio invece concentrarsi sulla valanga di esternazioni della deputata: partendo magari dal timore di brogli alle prossime provinciali, «perché i seggi sono custoditi dalle guardie forestali, di cui ho stima, ma si tratta di personale della Provincia». Tanto che, per la notte prima dello scrutinio, la Biancofiore ha addirittura ipotizzato di affidarsi a un istituto di vigilanza privato, con il compito di verificare che nessuno tocchi le urne, «perché altrimenti non si capisce come mai partiti che i sondaggi danno vincitori poi perdano regolarmente». «In Trentino possiamo conquistare la Provincia - ha poi detto - e non mi lancio in una battaglia se non sono certa di vincerla». Mentre in Alto Adige l’obiettivo è governare con la Svp. Il che cozza peraltro con l’unico punto chiave del programma che la Biancofiore ha indicato: la «riunificazione della Regione, da riempire di nuove competenze». Confermata la volontà di puntare su Bezzi, arriva anche l’annuncio di due scuole di formazione (una per provincia) per giovani azzurri. E poi accuse e accuse, contro «chi si fa eleggere e usa il partito come un tram, per poi andarsene con il malloppo». Cioè il seggio. Di qui l’idea di verificare se esista lo spazio per ricorrere alla giustizia civile per danni, nonostante l’assenza di vincolo di mandato sancita della Costituzione. «Io divisiva? Sì, ma per chi vuole dividere», è la risposta a chi le chiede se il continuo fuggi fuggi dal Pdl non dipenda un po’ anche da lei. «Giacomo, non interrompermi mentre parlo, guarda che ti sparo», ha anche detto a un certo punto al povero Bezzi, seduto in sala. Per dire del caratterino. Vediamo quanto durerà. ©RIPRODUZIONE RISERVATA