Pd, da Renzi assist a Nicoletti «Da voi si può fare l’en plein» 

Vertice a Roma con Gilmozzi, il segretario apprezza la disponibilità di Olivi. Ma con i due big entrambi in campo, resta spazio per una sola donna. Bozzarelli e Ferrari in pressing


di Chiara Bert


TRENTO. Nessun diktat da Matteo Renzi sui candidati Pd per le politiche del 4 marzo in Trentino. Se qualcuno si aspettava dal segretario un’indicazione secca su un nome che il partito nazionale vuole trovare in parlamento, così non è stato. Anche se un assist Renzi lo ha lanciato al deputato uscente Michele Nicoletti: il suo prossimo incarico a livello europeo, quale presidente dell’assemblea del Consiglio d’Europa (designato lo scorso giugno dal gruppo dei Socialisti, Democratici e Verdi) è un incarico di prestigio per l’Italia di cui va tenuto conto al momento di decidere sulle candidature. Un’indicazione, quella del segretario, che preoccupa l’area renziana del partito: il segretario non ha infatti sponsorizzato, come qualcuno nel Pd attendeva, la sua fedelissima Elisa Filippi.

L’incontro martedì a tarda sera a Roma con il segretario provinciale del Pd Italo Gilmozzi è durato una mezz’ora: presenti, oltre a Renzi, il presidente del partito Matteo Orfini, il vicesegretario Maurizio Martina, il coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini e il responsabile organizzativo Andrea Rossi. Gilmozzi ha informato i vertici delle disponibilità di candidatura finora emerse nell’ambito dei confronti all’interno del Pd del Trentino: oltre a Nicoletti, il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi uomo di punta dei Dem a livello provinciale che Renzi ha particolarmente apprezzato, la consigliera provinciale Lucia Maestri, l’assessora comunale di Trento Mariachiara Franzoia e Elisa Filippi che fa parte della direzione nazionale Dem e rappresenta i renziani in Trentino.

«Il segretario nazionale ha espresso il suo apprezzamento per la qualità delle candidature - ha fatto sapere ieri il Pd trentino in una nota - e ha inoltre rassicurato Gilmozzi sulla volontà di condividere con i territori tutte le scelte, senza nessuna imposizione da parte del partito nazionale. L’ unica attenzione richiesta è quella di valorizzare al meglio la coalizione di centrosinistra autonomista in tutte le sue articolazioni e sensibilità, individuando candidati forti, in grado di poter competere con successo in ogni collegio». Anche perché, sondaggi alla mano (che non sono propriamente incoraggianti per il Pd), il Trentino - ha rimarcato Renzi - «rappresenta una delle poche realtà in Italia dove la coalizione può presentarsi con successo in tutti i collegi». Quanto alla lista proporzionale alla Camera, il Pd nazionale non ha ancora preso decisioni su un eventuale capolista: Gilmozzi ha ribadito che il Pd trentino ambirebbe a decidere autonomamente, ma che il nome del ministro Graziano Delrio è ben visto a livello locale, dove potrebbe fare da traino alla lista Dem. Renzi ha infine confermato che si sta valutando una deroga per il sottosegretario Gianclaudio Bressa in Alto Adige.

Ieri pomeriggio Gilmozzi ha riferito del vertice con Renzi al coordinamento provinciale. Le indicazioni arrivate fin qui da Roma non aiutano a sbrogliare la matassa: se Nicoletti sarà candidato, il suo collegio naturale è quello di Trento; se Olivi sarà della partita, per lui è pronto il collegio di Rovereto e a quel punto per una candidatura femminile resterebbe il collegio sulla carta più difficile, quello della Valsugana. Anche per questo ieri le donne Pd hanno alzato la voce. «Se il partito crede nelle battaglie che fa, su quattro posti a disposizione (considerato anche il seggio proporzionale) due posti devono essere per candidature femminile», ha detto Elisabetta Bozzarelli, «e non si pensi di relegare la donna in Valsugana. Si punti sul collegio di Trento (dove in pole resta Mariachiara Franzoia, ndr)». Su questa linea anche l’assessora Sara Ferrari. Qualche tassello in più potrebbe arrivare domani dal nuovo incontro di coalizione.















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