il caso

Parto d’urgenza in ospedale ad Arco

Mattinata di concitazione ieri al pronto soccorso: Trento invia l’elicottero, ma il medico apre la sala operatoria



ARCO. Non sarebbe dovuto succedere, almeno nei piani dell’assessore provinciale alla sanità Luca Zeni. Perché, secondo il piano di riqualificazione della sanità trentina, con la chiusura a tempo del punto nascite, all’ospedale di Arco non è più possibile partorire dalle 18, il sabato e la domenica. Ma ieri mattina all’ospedale di Arco, nella massima concitazione e con un notevole trambusto in reparto, è stata riaperta la sala parto e una mamma ha potuto dare alla luce il suo bambino.

Mamma e bebè ora stanno bene, ma ieri mattina, all’ospedale di Arco ci sono stati attimi di tensione, oltre il livello di guardia. Un episodio che riaccenderà polemiche e preoccupazioni nel Basso Sarca.

Succede tutto attorno alle otto del mattino. Una partoriente si presenta in pronto soccorso quando ormai il parto è imminente. Il ginecologo, impegnato nel suo turno in pronto soccorso, vista l’urgenza, telefona a Trento per chiedere il via libera ad aprire la sala parto di Arco. Il tempo stringe. Troppo rischioso il volo fino al capoluogo. Ma la risposta è ferma. Niente da fare, la sala parto non si apre. Facciamo decollare l’elicottero con il medico rianimatore, si sente rispondere il ginecologo. La tensione in pronto soccorso ad Arco sale ancora. Si sentono parole pesanti, nell’aria.

Nel frattempo, l’elicottero atterra sulla piazzola dell’ospedale. Ma deve spegnere il motore. Perché nel frattempo la situazione clinica della donna precipita e viene aperta la sala parto. Il bimbo può così nascere, all’ospedale di Arco. Senza alcuna complicazione, per fortuna. Anche per la madre. Un sospiro di sollievo per tutti, salutato dai vagiti di felicità del bebè arcense.

Stemperato il clima rovente al pronto soccorso, in reparto viene deciso di far trasportare in elicottero, all’ospedale di Trento, un’altra donna, la cui situazione non era così urgente, ottemperando le decisioni imposte dalla riorganizzazione sanitaria provinciale. Quanto successo è destinato a scatenare nuove e sempre più critiche (non solo politiche) sulla imminente decisione della Provincia di chiudere il punto nascite dell’ospedale di Arco, dopo già quello Tione. (n.f.)













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