sanità

Parti precipitosi, 74 negli ultimi 7 anni

Zeni: «E’ normale, i punti nascita non c’entrano». Per risolvere il problema del personale 24 concorsi tra il 2015 e il 2016



TRENTO. Sono stati 74 i “parti precipitosi” negli ultimi sette anni, in media una decina all’anno con due picchi nel 2012 e nel 2016 quando rispettivamente 16 e 14 mamme trentine misero al mondo un figlio in casa, oppure in auto, senza comunque la possibilità di arrivare all’ospedale più vicino in tempo per il parto. Il dato è stato fornito dalla Provincia di Trento in risposta a una serie di interrogazioni in consiglio provinciale che erano state presentate nei mesi scorsi, quando fecero notizia un paio di parti precipitosi registrati in valle di Fiemme (si tratta di episodi del 2017 e quindi non inseriti nelle statistiche).

La domanda dei consiglieri era sostanzialmente questa: con la chiusura dei punti nascita periferici (il riferimento è a Borgo, Arco, Tione e in tempi più recenti Cavalese) le madri trentine si ritroveranno a mettere al mondo i figli in una piazzola a lato della strada? Questa la situazione che si era verificata - ad esempio - a Predazzo, il 28 febbraio scorso, quando un neonato del paese venne al mondo a lato della rotatoria verso l’ospedale di Cavalese. E dieci giorni prima era accaduto lo stesso per il figlio di una coppia di Mazzin, nato nel parcheggio dei trampolini di Predazzo.

L’assessore Zeni replica però che i parti precipitosi sono una percentuale esigua del totale (attorno allo 0,3 per cento) e soprattutto sono distribuiti sul territorio in modo indipendente dalla presenza (o meno) di punti nascita. Dalla mappa (che proponiamo qui sopra) emerge che c’è una certa concentrazione di parti precipitosi a Trento, Rovereto e in Alta Valsugana: è evidente che si tratta di un dato legato al numero di cittadini presenti in queste aree piuttosto che alla distanza dal punto nascita (ovviamente presente sia a Trento che a Rovereto).

Nella stessa risposta Zeni ha sottolineato gli sforzi dell’Azienda sanitaria per risolvere i problemi di organico dei punti nascita periferici: in particolare negli ultimi due anni risultano 24 tra concorsi e selezioni per pediatri, ginecologi e anestesisti-rianimatori, cioè le figure che servono per i punti nascita. Ma nell’elenco spiccano anche deserte le selezioni per pediatri in punti nascita periferici come Cles e Cavalese. (a.s.)













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