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Parli in cinese senza saperlo

Il nuovo progetto Irst per la traduzione automatica



TRENTO. L’Irst potrà dare una grossa mano all’Unione europea nel lavoro di traduzione. Un lavoro che oltre a essere molto complesso, ha anche notevoli costi. Sono operazioni complesse perché, con 27 Stati membri, si tratta di tradurre atti e discorsi da e nelle 23 lingue ufficiali. Ogni anno il solo Parlamento europeo spende 300 milioni di euro, circa il 30% del suo budget, per le traduzioni di atti e discorsi e in totale l’Unione spende oltre un miliardo di euro l’anno, l’uno per cento del bilancio.

La squadra di Gianni Lazzari, della divisione Sistemi sensoriali interattivi dell’Irst, ha presentato i risultati di Tc-star, il progetto europeo sulla traduzione automatica multilingue coordinato dall’Irst e finanziato nel VI programma quadro, che si conclude dopo tre anni. Sarà illustrato l’avanzamento nelle tecnologie prodotto dal progetto nella traduzione da parlato a parlato, da parlato a scritto e da scritto a scritto.

«Tutte queste tecnologie - spiega Lazzari - saranno utilizzate per aiutare gli esperti impegnati nella traduzione alleggerendoli di tutto ciò che non è lavoro di qualità. Potranno essere utili nel caso si debba capire il significato complessivo di un testo o sapere al volo una notizia. Un altro tipo di impiego potrà essere quello per mettere a disposizione e trascrivere tutto il materiale prodotto da seminari e workshop». L’avanzamento nelle tecnologie - sottolinea Lazzari - è stato ottenuto attraverso la competizione e il confronto fra i partner del progetto, che li ha stimolati a fare sempre meglio. I sistemi - racconta - sono stati addestrati sulle sessioni comuni del Parlamento europeo fra parlato e resoconti finali scritti (l’allenamento è consistito in traduzioni dallo spagnolo all’inglese e viceversa) e su radionotizie (con traduzione dal cinese all’inglese).

Nell’ambito del progetto Tc-star l’Irst ha curato anche una pubblicazione che fa il punto sulle tecnologie del linguaggio in Europa e individua alcune linee di intervento. «L’Unione europea - osserva Lazzari - è il cliente più grosso al mondo. Noi in Europa abbiamo l’obiettivo di tradurre in tutte le lingue, mentre agli Stati Uniti interessa solo tradurre dalle altre lingue all’inglese». Nel documento si spiega che «i sistemi automatici non saranno perfetti come i traduttori professionali umani, ma saranno più economici, più veloci, disponibili e sufficientemente utili per molti scopi». I ricercatori ribadiscono: «Quello che è vero per una normale tecnologia dell’informazione e della comunicazione, lo è anche per i sistemi che traducono da una lingua all’altra. Per l’Unione europea la disponibilità di traduzioni veloci, affidabili ed economiche è una necessità e la tecnologia di traduzione dovrebbe essere considerata strategicamente importante».

Il progetto Tc-star, che ha ottenuto i finanziamenti del VI programma quadro, e i meeting e i workshop organizzati su questi argomenti in sede europea sono segni dell’attenzione della politica europea per la questione delle traduzioni. «La traduzione automatica - si constata - non è ancora utilizzata su vasta scala, ma è impiegata in alcune applicazioni. Entra in gioco quando sono necessarie traduzioni grezze da eseguire molto rapidamente. Nell’Unione europea, ad esempio, traduzioni grezze sono utilizzate per facilitare le comunicazioni interne. Quando però il materiale è presentato esternamente, la traduzione o è fatta completamente a mano o il risultato della traduzione automatica è rivisto da un traduttore».













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