tragedia in montagna

Panizza tradito da un chiodo, s’indaga

I compagni d’escursione hanno fotografato il cordino che s’è staccato all’improvviso, facendolo precipitare per 300 metri



SAN MICHELE ALL’ADIGE. La tragedia in cui sabato matina ha perso la vita Orlando Panizza, il sessantenne di San Michele all’Adige, ha scosso nel profondo un’intera comunità e sollevato molti dubbi sull’incidente avvenuto mentre Panizza e tre amici stavano scendendo su una via attrezzata da Cima Altissima, in val Passiria.

Secondo quanto riferito proprio dai compagni di escursione, infatti, a far precipitare per 300 metri il sessantenne, fisicamente più che preparato, espertissimo di montagna e colonna portante della sezione Sat del centro rotaliano, sarebbe stato l’improvviso cedimento del cordino di sicurezza a cui Orlando si teneva.

Il chiodo, infatti, secondo la versione dei testimoni, si sarebbe staccato dalla roccia, cogliendo di sorpresa l’uomo che si è sbilanciato ed è poi precipitato per circa 300 metri, davanti agli amici atterriti e impotenti. A confermare la dinamica dell’incidente, una foto scattata proprio dagli amici che mostra il cavetto d’acciaio in una posizione diversa da quella in cui dovrebbe trovarsi.

Per fare completa luce su questo aspetto e sull’intera tragedia, i carabinieri di Moso in Passiria hanno raccolto testimonianze ed elementi e, proprio in queste ore, invieranno il fascicolo alla Procura di Bolzano che valuterà se aprire un’inchiesta e individuare eventuali responsabilità. Anche per questo, il sostituto procuratore non ha ancora firmato il nulla osta alla sepoltura del pensionato trentino e, quindi, non è stato possibile per i familiari avviare le pratiche per le esequie e tanto meno fissarne data e ora.

La notizia del dramma è stata accolta a San Michele all’Adige con incredulo dolore dai tanti amici e dai componenti della sezione Sat, di cui Orlando era revisore dei conti. Non faceva ufficialmente parte del direttivo, ma la sua esperienza, la sua vulcanica intraprendenza erano da anni fondamentali nell’organizzazione delle tante escursioni per i soci.

Sempre pronto a rimboccarsi le maniche, profondo conoscitore della montagna e delle montagne, conosceva itinerari e mete su cui poi gli amici si sarebbero cimentati. Ad esprimere il cordoglio dei satini è stato, il presidente della sezione Guido Nenzi che, nel ricordare l’impegno di Orlando, ha rivolto un pensiero d’affetto e vicinanza all'anziana madre della vittima, alla moglie e ai figli.

«La famiglia Sat – ha detto – , perché mi piace definirla così, perde un suo figlio, ma come per tutti gli altri membri, non verrà dimenticato». In pensione dopo una vita passata come capo meccanica alla Scania, Orlando, sposato con Giuliana Ress e padre di Derek e Dimitri, ormai adulti, che dal padre hanno preso la passione per le cime, s’era potuto dedicare anima a ciò che amava di più. S’era anche comperato una Fiat 500 che lui, maestro di meccanica, curava e manteneva come nuova.













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