Palestra per graffitari a Riva, un’idea firmata Casa Mia
I writers possono esprimere la loro arte sul muro, ma seguendo alcune regole
RIVA. Ci ha già provato qualcuno a regolamentare i graffiti, ovvero quegli interventi pittorici sul tessuto urbano, che quasi sempre sconfinano nel vandalismo, perchè portati a termine dagli autori (i cosiddetti “writers”) sulle superfici di caseggiati, di edifici pubblici, qualche volta addirittura di monumenti storici. A circoscrivere il fenomeno ci hanno provato – con alterno successo – perfino delle amministrazioni comunali, riservando degli spazi appositi ai giovani artisti dello spray (o presunti tali), per evitare che andassero a deturpare treni fermi in stazione, scuole, strutture sportive e quant'altro. Anche a Riva, prima o poi, doveva dunque capitare che a qualcuno venisse l'idea di riservare ai graffitari la parete di un edificio, dove sbizzarrirsi con colori e fantasia, ma a patto che...
Bene: l'esperimento è un'iniziativa dell'Istituto “Casa mia”, che forse per la sua vicinanza al mondo giovanile (di cui si occupa per problematiche difficili, ma anche con tante iniziative di sostegno alle famiglie), ha deciso di mettere a disposizione dei writers nostrani – che sono quasi tutti dei ragazzi - una lunga parete della sua palestra, il cui ingresso è sì in viale Trento, ma il fronte nord si affaccia sulla pista ciclabile che corre di fianco all'Albola, tra il ponte dell'Astoria e quello del Grez. Un luogo defilato, dove la cinquantina di metri di muraglione, prima o poi, avrebbero comunque richiamato l'attenzione dei graffitari.
E invece, senza aspettare il buio o la mancanza di testimoni, su quella parete, da un po' di tempo si può lavorare di spray in libertà. Con qualche logica limitazione. Il cartello appeso a due passi dalla palestra, ricorda infatti che “Graffiti area” ha un regolamento, che raccomanda sostanzialmente tre cose: lasciar perdere gli altri edifici; non scrivere messaggi a sfondo sessuale, razziale, politico e religioso o offensivi per la dignità della persona; tenere pulita l'area stessa senza abbandonare rifiuti. A quanto pare sarebbe stato proprio un writer innamorato della sua passione a proporsi come garante per il rispetto del regolamento, assicurando di cancellare personalmente eventuali abusi e di tenere in ordine la zona.
In effetti, a giudicare ad occhio, sembra che l'esperimento stia funzionando. I graffiti sono tutto sommato di buona fattura e non c'è ombra di degrado. Almeno per ora. E forse la possibilità di esprimere questa “street art” senza l'assillo di essere pizzicati da un vigile (cosa che farebbe scattare una denuncia per “imbrattamento di cose altrui”) sta salvando dal deturpamento qualche edificio importante di Riva che magari, fino a qualche tempo addietro, faceva gola ai giovani artisti dello spray.©RIPRODUZIONE RISERVATA