Pacher: «Architetti, faremo più concorsi»

L’assessore risponde alle accuse: «Stiamo studiando dei canali che favoriscano i giovani, oggi spesso tagliati fuori»


di Chiara Bert


TRENTO. Più concorsi di progettazione e uno sforzo per favorire i giovani professionisti. L’assessore provinciale ai lavori pubblici Alberto Pacher risponde con questi due impegni all’accusa del presidente degli architetti Alberto Winterle che sul Trentino di ieri ha spiegato come in Trentino si attuino a suo giudizio modalità poco virtuose nell’assegnazione degli incarichi di progettazione. Winterle «In Trentino gli incarichi pubblici di progettazione vengono affidati tramite conoscenze (concetto poi “sfumato”, ndr), o facendo riferimento ad architetti di fama - ha detto il presidente dell’Ordine - pochi invece i concorsi che si fanno invece in Europa. E le preselezioni, basate sul fatturato e il curriculum, tagliano fuori dal mercato i giovani e gran parte degli studi che non sono già inseriti in un circuito di grandi guadagni e di amicizia con il committente». Gli architetti citano i numeri: dal 2002 a oggi solo 4 concorsi liberi (senza preselezione)contro gli 82 promossi in Alto Adige, a cui hanno partecipato 3.049 studi. «Un esercito di idee e proposte messe al servizio del pubblico», insiste Anderle.

«Osservazioni sensate», risponde l’assessore Pacher. «Con gli architetti abbiamo avuto un incontro in occasione dell’ultima assemblea dell’Ordine abbiamo affrontato anche questo tema. È una questione vera che non sottovalutiamo. Infatti per quanto mi riguarda ho dato disposizione ai servizi provinciali competenti che nell’ambito delle procedure per la realizzazione di opere pubbliche si privilegi il concorso di progettazione».

Una sterzata dunque nella direzione che gli architetti trentini sollecitano e non da oggi, visto che già qualche mese fa il presidente Winterle aveva incalzato affinché il concorso di progettazione diventasse lo strumento principe per assegnare gli incarichi sia nel settore pubblico che in quello privato.

Una richiesta che oggi viene raccolta da Pacher, che aggiunge anche dell’altro: «Con gli uffici provinciali che si occupano di appalti e opere pubbliche stiamo studiando dei canali che favoriscano i giovani progettisti». L’assessore nega che nell’affidamento degli incarichi prevalgano logiche che attengono alla rete delle conoscenze e delle amicizie: «Non c’è nessuna logica discrezionale che mira a favorire qualcuno al posto di altri. Ma è vero che oggi molti studi, specialmente di giovani architetti, finiscono per essere tagliati fuori da tante gare perché non raggiungono certi standard richiesti per esempio sul fatturato o sul numero di dipendenti. Noi siamo convinti che le norme possono fare di più per aprire alla massima partecipazione in questo campo e su questo fronte siamo impegnati».













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