trento

Orso e lupo, è scontro con le Province

Ambientalisti all’attacco di Trento e Bolzano che chiedono mano libera al ministero . E su Kj2: «Ci hanno presi in giro»


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. Gli ambientalisti protestano contro le recenti richieste al Ministero delle due Provincie autonome di Trento e Bolzano di avere mano libera, nella gestione di orsi e lupi e chiedono maggiore correttezza e razionalità nel raccontare i fatti, anche ai media, accusati di allarmismo e imprecisione. Ieri mattina i rappresentanti di Legambiente, Lipu, Pan Eppaa e Wwf hanno spiegato in conferenza stampa le loro pesanti critiche verso Ugo Rossi e Arno Kompatsher, così come quelle verso i media locali, presso il Centro recupero Avifauna gestito dalla Lipu, a Casteller.

«Finora siamo stati critici ma moderati - avverte Sergio Merz, storico esponente della Lipu - però adesso Rossi e Kompatscher hanno superato il segno con queste richieste e i rapporti con noi peggiorano».

Più che preoccuparsi in particolare dell’escalation nettamente antilupo e antiorso della provincia di Bolzano, che preoccupa su scala alpina e nazionale gli esperti di gestione, gli ambientalisti trentini rivolgono critiche paritetiche ai due governatori e tornano sul caso di Kj2”: «È chiaro che quell’uccisione sia illegale, ai sensi della legge 357 del 1997» afferma Adriano Pellegrini, storico membro del Comitato Faunistico, Guardia Volontaria Venatoria e presidente del Pan Eppaa. Per gli ambientalisti Kj2 si doveva semmai catturare, non abbattere. Oltretutto - accusano le associazioni – nella riunione informale del 27 luglio in Provincia, Romano Masè aveva garantito che Kj2 sarebbe stata uccisa solo per gravi motivi di sicurezza. Si sentono dunque presi in giro, di fronte ai fatti. Anche loro sentono odore di esecuzione premeditata. «Adesso, pretendiamo che non finisca tutto così, con l’uccisione dell’orsa- chiosa Merz- si deve fare molto di più, si doveva farlo anche prima, per favorire la convivenza e ridurre i rischi nelle zone critiche, apponendo cartelli che non ci sono o sono rari, dando alcune limitazioni nel periodo dell’allevamento della prole, controllando con la presenza di personale forestale gli accessi alle zone dove è nota la presenza di femmine con piccoli, soprattutto se le persone escono con cani al seguito».

Critiche anche al concetto di “troppi orsi” e di “numero chiuso”, ritenuti infondati. Osvaldo Negra, delegato regionale del Wwf Trentino – Alto Adige, zoologo e mediatore culturale in un museo, chiede correttezza: «Dobbiamo parlare di orsi e lupi come animali particolarmente tutelati che convivono con noi da secoli nelle Alpi, essendo parte del nostro ecosistema, senza creare allarmi». Negra parla anche di una “rilevante responsabilità civile dei media, che in questo periodo stanno alzando i toni. Non è corretto parlare dei carnivori in modo emozionale o allarmistico”. Per quanto riguarda il lupo, le associazioni insistono sulle necessarie misure di prevenzione per evitare le predazioni alle greggi, che a volte sono disattese - dicono.













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