TRENTO

Orsa abbattuta, gelo del ministro Galletti. E ora la Provincia chiede aiuto all’Europa

A Roma si teme per la reazione rabbiosa del popolo ambientalista. Ma il presidente ricorda: «Questo è un progetto voluto da Bruxelles»



TRENTO. Il ministro dell’ambiente non ha gradito. Ufficialmente dall’entourage di Gian Luca Galletti il commento è «Una decisione che ha preso in autonomia la Provincia e, dunque, non spetta a questo ministero commentare». In privato Galletti, però, avrebbe detto al governatore Ugo Rossi che l’abbattimento avrà come primaria conseguenza quella di mettere il popolo animalista sul sentiero di guerra.

Certo, su come gestire la patata bollente del Life Ursus, Roma non è mai parsa troppo incline al decisionismo, anzi. Proprio per questo è stata da poco portata, e approvata in Commissione dei 12 , una norma di attuazione che lasci del tutto libera la Provincia sulla gestione dell’orso. La norma è ora all’esame del ministero e dovrà poi ricevere l’ok del consiglio dei ministri.

Ma se il governo appare tiepido su Life Ursus il governatore Rossi è già pronto, e non da ieri, a portare la questione in Europa. La reintroduzione dell'orso bruno in Trentino - va infatti ricordato - nasce da un progetto europeo il cui respiro va ben oltre i confini provinciali. Per questo il presidente della Provincia ha consegnato al ministro, e non certo ieri, un dossier che evidenzia come in realtà all'espansione numerica degli esemplari (cosa che ha determinato il successo del progetto scientifico) non abbia fatto seguito però un'espansione su tutto l'arco alpino. Di qui la richiesta forte di aprire un tavolo coordinato dal ministero, con il coinvolgimento delle altre regioni limitrofe per garantire una più equilibrata distribuzione dei plantigradi. Ancora si attende.













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