«Ormai non c’è più nulla da costruire»

Gli artigiani non hanno dubbi: «Si deve ripartire dal recupero edilizio per riqualificare masi, centri storici e aree industriali»


di Marika Caumo


BORGO. Edilizia in Valsugana? Il futuro sta nell'innovazione, nella formazione, nel recupero e riqualificazione di masi rurali, centri storici e aree industriali. Basta a nuove costruzioni, non c'è più suolo disponibile. Questo quanto emerso dall'incontro pubblico organizzato da Associazione Artigiani e Comunità di valle. «Ma per fare ciò è necessario parlare tutti la stessa lingua: costruttori, impiantisti, istituzioni, progettisti, tecnici, liberi professionisti», ha auspicato il presidente degli artigiani di valle, Claudio Ropelato, sottolineando la necessità di «mettere mano ai regolamenti comunali, omogeneizzandoli, perché chi decide di rifare il cappotto o ristrutturare il maso deve poterlo fare nel più breve tempo possibile. C'è gente che ha desistito, e di conseguenza imprese con lavori in meno». Appello colto dal presidente della Comunità Sandro Dandrea che a fine serata si è rivolto a sindaci e amministratori comunali, invitandoli a rivedere i bandi per l'appalto delle opere tra 1 e 2 milioni, affidandole come succede per quelle sotto il milione, favorendo le imprese trentine. Agli imprenditori ha invece chiesto di rapportarsi in modo diretto con le amministrazioni. «Le istanze a Trento le portiamo se voi ce le fate presenti», ha aggiunto.

Sempre Dandrea ha ricordato come la Consulta degli imprenditori della valle ha elaborato un documento inviato in Giunta Provinciale, che si spera porti a breve la sottoscrizione di un protocollo d'intesa e qualche soldino. «Abbiamo condiviso le linee strategiche sull'edilizia, il futuro è legato alla riqualificazione di centri storici ed aree industriali». Nel corso della serata diversi interventi tecnici, ascoltati con attenzione dalla platea di imprenditori, professionisti ed amministratori. Sergio Remi di Trentino Sviluppo ha presentato i risultati di uno studio condotto su 100 aziende edili trentine, da cui emerge come siano consce che dopo la crisi non ci sarà più spazio per tutti, ma una selezione in cui discriminante sarà la qualità, la capacità di innovare dell'impresa, fattore legato a doppio filo alla formazione. Ecco quindi l'importanza dei corsi (vedi box) proposti dall'Assoartigiani. «Il settore delle costruzioni è ciclico, la crisi iniziata nel 2007 arriva dopo 12 anni d'oro, in cui è stato costruito il 30% del patrimonio edilizio nazionale», ha concluso Remi, ricordando che il futuro dell'edilizia sarà nel recupero e riqualificazione dell'esistente. Opinioni condivise dall'architetto Giorgio Tecilla: «Non si può continuare con il modello di sviluppo degli ultimi 50 anni, non c'è più territorio! Va limitato il consumo del suolo, recuperando i centri storici, ma anche le aree industriali ed artigianali degradate», ha aggiunto.

La serata si era aperta con l'inaugurazione della mostra "Nuova edilizia nelle aree rurali", presentata dall'architetto Elisabetta Miorelli. Esempi di buone pratiche made in Tirolo e Alto Adige, per il recupero di masi e stalle. La chiusa è stata affidata al presidente provinciale degli artigiani Roberto De Laurentis, che ha sollecitato le banche a concedere crediti e la politica a un maggior coraggio per far lavorare le imprese trentine, come succede da altre parti d'Italia e d'Europa.

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