Ognissanti, la celebrazione al Redentore con don Lauro Tisi
«In queste ore drammatiche l’umanità rischia di cancellare sé stessa con l’indebolimento del sistema democratico, il ritorno tragico dei nazionalismi, il ricorso sistematico alla forza e alle armi», ha detto l’arcivescovo di Trento
TRENTO. In un 1° novembre graziato dal maltempo, si è svolto il primo appuntamento del lungo fine settimana di celebrazioni con la ricorrenza di Ognissanti, che prosegue domani 2 novembre con quella dei defunti, il 3 con la celebrazione dell’ingresso dei cavalleggeri a Trento per arrivare a sabato con la festa dell’Unità d’Italia e delle Forze armate. Questo pomeriggio l’arcivescovo don Lauro Tisi, come da tradizione – nel giorno del suo 61° compleanno - ha presieduto la concelebrazione all’esterno della chiesa del Redentore al cimitero monumentale di via Giusti. E davanti alla grande folla, in un pomeriggio frizzante per temperatura ma non piovoso, ha affermato che “Dio è una virgola, non un punto. Ama fare e ricevere domande”.
Con queste parole ha aperto l’omelia: “Il terreno del morire da sempre è fecondo di domande”, ha notato l’Arcivescovo, distinguendo tra le domande originate da una “riflessione astratta attorno alla morte” o dall’”esperienza del morire delle persone che ti hanno amato e che hai amato”. Monsignor Tisi ha provato a filtrare l’attualità – il “sangue versato di tanti innocenti, la morte inferta con inaudita crudeltà” – alla luce della Parola di Dio ed in particolare del testo dell’Apocalisse, per giungere infine a sottolineare come “Dio, amante della virgola, è irriducibile nel rilanciare continuamente la speranza, facendo nascere ogni giorno uomini e donne che alla logica del dare la morte sostituiscono il regalare la propria vita”.
“Proprio in queste ore drammatiche – ha aggiunto don Lauro – mentre l’umanità da un lato registra incredibili sviluppi nella tecnologia e prospetta scenari di grande cambiamento, dall’altra, tragicamente, rischia di cancellare sé stessa con l’indebolimento del sistema democratico, il ritorno tragico dei nazionalismi, il ricorso sistematico alla forza ed alle armi. A questa umanità si rivolge oggi l’Uomo delle Beatitudini che regala a ogni uomo ed ogni donna le fonti della vita, l’antidoto alla morte ed alla dissoluzione dell’umanità” attraverso la “riscoperta – ha concluso Tisi – del grazie”, la “via della pace, del dialogo e della mitezza”.