Oggi si apre la caccia a cervi e caprioli
La stagione venatoria entra nel vivo, in azione quasi settemila doppiette trentine: aumentano le quote di capi da abbattere
TRENTO. Quella a camosci e mufloni è partita già a Ferragosto, mentre per lepri, fagiani e uccelli migratori in genere il via è fissato tra due settimane, la terza domenica di settembre. La giornata clou, quella attesa dai quasi 7 mila cacciatori trentini, è comunque oggi: stamane infatti si apre la caccia a caprioli e cervi, gli obiettivi più ricercati dalle doppiette delle 209 sezioni disseminate sull’intero territorio provinciale. Il sistema è sempre lo stesso: ad ogni sezione vengono assegnate quote precise di capi da abbattere, sulla base dei censimenti effettuati nei mesi scorsi dagli stessi cacciatori e dal Servizio foreste e fauna della Provincia. Censimenti che segnalano la buona salute del patrimonio faunistico trentino, con leggeri aumenti della popolazioni di ungulati (e dunque delle corrispondenti quote a disposizione dei cacciatori). Gli aumenti, per quanto riguarda il cervo, sono particolarmente significativi in Primiero e nel Basso Trentino, mentre un lieve calo è stato registrato nelle aree più vicine ai Parchi naturali, in particolare nelle valli di Non e Sole. È invece sostanzialmente uniforme, nell’intero Trentino, la crescita del capriolo, la cui popolazione è comunque ancora lontana rispetto ai record fatti registrare all’inizio del 2000. Buoni segnali, insomma, vista anche la crescente antropizzazione della montagna trentina. L’unico problema, ma si tratta peraltro di una questione annosa, riguarda il camoscio, una specie da anni falcidiata dal dilagare della rogna sarcoptica, soprattutto nelle valli di Fiemme e Fassa.
Come noto, il sistema delle quote fa sì che il “tetto” degli esemplari da abbattere in molti casi venga raggiunto già nelle primissime giornate dell’attività venatoria: tanto che spesso, la sera della domenica di apertura della caccia, diverse sezioni si ritrovano senza più capi a disposizione per il resto della stagione. Avviene in particolare per i maschi del capriolo, mentre più diluiti nelle settimane successive sono gli abbattimenti delle femmine e dei cuccioli, che pure, benché i cacciatori si dicano contrari, rientrano nei piani di abbattimento controllato. Nel cui ambito, per i caprioli, la distinzione di sesso è importante: trattandosi infatti di specie per così dire “monogama”, la parità tra esemplari maschi e femmine va rispettata al massimo per mantenere un corretto equilibrio ambientale. Le date di chiusura della caccia fissate dal calendario venatorio, deliberato a inizio primavera dalla giunta provinciale su proposta del Comitato faunistico, sono poi scadenzate così come quelle di apertura: per alcune specie a fine novembre, per altre a fine anno, mentre il 20 gennaio è il giorno conclusivo per la caccia di appostamento alla cesena. Calendario la cui validità non è stata inficiata dalla sentenza della Corte costituzionale che, lo scorso febbraio, aveva dichiarato illegittima una legge della Regione Abruzzo e che, secondo alcune associazioni protezionistiche, sembrava dover riguardare anche il Trentino.
In leggero calo (l’1%) rispetto allo scorso anno, soprattutto uomini (il 90%), i quasi 7 mila cacciatori trentini hanno un’età media che si aggira attorno ai 57 anni, quest’ultima invece in continuo aumento. Non che i giovani non ci siano: in Primiero e in val di Sole, ad esempio, negli ultimi mesi i nuovi iscritti sono stati particolarmente numerosi, comunque insufficienti a rimpiazzare le vecchie generazioni. Cacciatori insomma sempre più avanti con l’età. E proprio per andare loro incontro, uno degli impegni del presidente dell’Associazione cacciatori Giampaolo Sassudelli (eletto a sorpresa nel marzo 2010, sconfiggendo l’uscente Sandro Flaim) era stato quello di snellire le pratiche burocratiche legate all’attività venatoria. Ma ciò che è riuscito a far uscire dalla porta, è poi rientrato dalla finestra. Come ad esempio, per la caccia alla lepre, la segnatura obbligatoria sul libretto, abolita a livello centrale ma reintrodotta da numerose sezioni con i propri regolamenti interni. Ironia della sorte, anche da quella di Trento Nord-Calisio, a cui appartiene lo stesso Sassudelli . Che oggi, levataccia alle 5, sarà nei boschi di Montevaccino. Ma nelle valli in molti casi la sveglia sarà puntata alle 2. ©RIPRODUZIONE RISERVATA