Nuovi tetti ai compensi dei manager pubblici

La Provincia delibera limiti massimi: ai dirigenti non più di 155 mila euro


Luca Petermaier


TRENTO. La giungla normativa che fino ad oggi ha regnato sovrana in tema di compensi dei manager delle società partecipate dalla Provincia trova ora un primo quadro di riferimento certo. E' quello che la giunta provinciale ha deliberato venerdì scorsi stabilendo i limiti massimi dei compensi che possono essere attribuiti a dirigenti e amministratori degli enti strumentali.
La notizia è doppia. Da un lato c'è quella (appunto) che finalmente un riferimento certo è stato definito in un ambito finora abbandonato un po' troppo alla discrezionalità. La seconda notizia è che l'esecutivo ha deciso di abbassare i limiti massimi delle retribuzioni in ossequio a quell'operazione di «austerity» avviata per contenere le spese in tempi di vacche magre.
La tabella approvata è relativa ai compensi massimi degli amministratori e dei dirigenti delle società e delle fondazioni controllate da Piazza Dante. Per gli amministratori delle società viene stabilito il limite di 35 mila euro per i presidenti dei cda, di 12 mila per i vice e di 6 mila per gli altri componenti. Queste cifre, tuttavia, non comprendono incrementi (massimo 50%) riconosciuti «nel caso di nomina di componenti caratterizzati da profili di elevata professionalità», una dizione che consente una notevole discrezionalità nell'attribuzione del compenso. Resta fermo, inoltre, il principio per cui in caso di deleghe «pesanti» la paga può ulteriormente lievitare. Nelle fondazioni di ricerca il presidente potrà percepire un massimo di 70 mila euro, il vice 10 mila e gli altri componenti 7 mila. Altre fondazioni o altri enti: presidente 35 mila euro, vice 12 mila e gli altri componenti 6 mila.
Le cifre aumentano notevolmente quando di parla del management. Per i dirigenti il limite massimo di compenso (ovviamente lordo) è stato fissato in 155 mila euro l'anno, ma non è dato sapere se comprensivo pure dei premi (come sarebbe auspicabile).
Nella determinazione dei compensi, le società devono tener conto anche di ulteriori specifiche direttive della giunta, come pure delle nuove norme contenute nella Finanziaria che, ad esempio, bloccano dai rinnovi le retribuzioni di tutti i dirigenti oltre a determinate un taglio secco alle retribuzioni che superano una certa soglia (5% oltre i 90 mila euro e 10% oltre i 150 mila).
Le nuove tabelle si applicano a partire dai prossimi rinnovi. Numeri alla mano alcuni dirigenti dovranno rivedere all'ingiù la propria busta paga. E' il caso, ad esempio, di Stefano Robol (direttore generale di Trentino Sviluppo) che oggi percepisce 164 mila euro o di Floriano Gubert (Itea, 160 mila euro) o di Clara Fresca Fantoni (Informatica Trentina, 158 mila euro).













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