«Non voleva imbrogliare, si tratta solo di errori»
La donna sconvolta per la decisione del giudice si è affidata all’avvocato Stolfi «Misura molto forte». Domani il primo interrogatorio, poi, forse, il riesame
TRENTO. «Un fulmine a ciel sereno. Né io, né la mia assistita ci aspettavano una decisione di questo genere». L’avvocato Nicola Stolfi ha saputo ieri mattina dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Luisa Zappini, ed è pronto a difendere l’ex dirigente del Cue punto su punto. Un arresto che ha provato nel profondo la donna che, quando ha aperto la porta agli investigatori della squadra mobile, quasi non capiva cosa volessero da lei. Sconvolta, affranta, così era ieri Zappini, che però non ha perso la voglia di lottare per dimostrare che lei con le accuse che le vengono mosse non ha nulla a che fare. Ed è determinata nel farlo. Domani avrà la prima opportunità, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice. Ma non si può escludere che alla fine decida di avvalersi della facoltà di non rispondere per avere il tempo di analizzare gli oltre 40 episodi che le vengono contestati. La necessità di leggere l’importante mole di carte dell’accusa, è la premessa che fa anche Nicola Stolfi, legale di Zappini. Che però sottolinea, senza voler per questo fare polemica, come ci si trovi davanti ad una «misura molto forte rispetto alle esigenze cautelari evidenziate», e sta valutando l’ipotesi di ricorrere al tribunale del riesame per chiedere l’attenuazione o l’eventuale revoca degli arresti domiciliari.
Sulle contestazioni che vengono mosse alle sua assistita, Stolfi si concentra sugli episodi di truffa legati alla legge 104. Dove non ci sarebbe stata alcuna volontà di truffare la Provincia, ma ci sarebbero stati degli errori. Colpa, quindi non dolo. Secondo la linea difensiva l’utilizzo dei permessi 104 per il soggiorno alle Maldive, ad esempio è stato un errore dovuto a uno spostamento della settimana di ferie. Inoltre da un esame delle ferie e dei permessi usufruiti in quel periodo dall’ex dirigente della Centrale unica di emergenza emergerebbero una serie di contraddizioni: «In quell’anno ha accumulato più di 1.100 ore di attività oltre il normale orario - ha spiegato il legale - due giorni in più di permesso non hanno altra spiegazione che un errore». E Zappini avrebbe avuto anche un buon numero di ferie arretrate e quindi non avrebbe avuto alcun bisogno di usare i giorni di permesso 104 per stare a casa. E anche sul rispetto degli orari di lavoro - altra contestazione che viene mossa - c’è la ferma volontà di difendersi. Perché l’ex dirigente non aveva un impiego che prevedeva la costante presenza alla scrivania, ma al contrario spesso era sul territorio. Pronta anche ad intervenire direttamente in caso di emergenze. La casa di Luisa Zappini era stata anche sottoposta a perquisizione da parte della polizia. Era la mattina del 9 febbraio quando gli agenti si erano presenti nell’appartamento alla ricerca di documenti.