«Noi vogliamo stare in Europa ma a testa alta»
Elezioni europee. L’ex consigliera comunale torna in lizza a pochi mesi dalle Provinciali: «Lo faccio per dire con chiarezza che vogliamo un’Italia che possa fare le proprie scelte senza ingerenze esterne»
Trento. Francesca Gerosa si è rituffata in una nuova campagna elettorale con Fratelli d’Italia. A poco più di sei mesi dall’impegno per le provinciali Gerosa, imprenditrice nel settore immobiliare, non ha voluto dire di no al senatore Andrea de Bertoldi che l’aveva chiamata a partecipare alla ricostruzione di Fdi due mesi prima della tornata autunnale. In quell’occasione, parole sue, «aveva voluto essere presente nella squadra a sostegno di Maurizio Fugatti». In questo colloquio Gerosa, 43 anni (ex consigliere comunale nel capoluogo) un marito, due figli di 8 e 11 anni, un cane, racconta perché si è voluta rimettere in gioco.
Con quale spirito affronta questa nuova avventura elettorale?
Con spirito di servizio, sia verso il partito, che ha creduto in me chiedendomi di rappresentare l’intera regione nel collegio Nord Est, sia verso l’elettorato, al quale voglio far conoscere la nostra visione dell’Europa. E l’importanza che l’Italia deve avere nelle future dinamiche europee. Voglio che il Trentino-Alto Adige arrivi in Europa perché sia da esempio, per le altre realtà europee, con i suoi valori che hanno reso grande questa terra.
Cosa risponde a chi sostiene che il Sovranismo sia in conflitto con l’idea di Europa?
Non è così. Chiediamo semplicemente un nuovo impianto Europeo. L’Europa, che oggi è un’entità sovranazionale governata da tecnocrati e burocrati, deve diventare una confederazione di Stati nazionali liberi e sovrani, che cooperano tra di loro sui grandi temi comuni come sicurezza, politica estera, immigrazione e mercato unico.
Quindi voi di Fdi non volete uscire dall’Europa?
Le rispondo così, come ha già detto più volte Giorgia Meloni: “Tra uscire dall’Europa o stare in Europa in ginocchio c’è una via di mezzo. Stare in Europa a testa alta.” Credo che sia chiaro il nostro intento. In Europa ci stiamo, ma non possiamo più tollerare le ingerenze degli altri Paesi nella nostra politica interna e le loro azioni predatorie sulle nostre imprese e sulla nostra economia.
Quali sono i temi per i quali lei vorrebbe andare in Europa?
Sono tanti. La difesa della nostra economia, con una lotta serrata al falso made in Italy e alla concorrenza sleale di quei paesi terzi che non rispettano, nella produzione dei propri prodotti (sui quali introdurremo un dazio di civiltà), gli standard salariali, la sicurezza sul lavoro, la tutela dell’ambiente e magari sfruttano pure il lavoro minorile.
Concretamente cosa proponete per l’economia?
L’Europa non deve sostenere le lobbies e le multinazionali, ma l’economia reale delle piccole medie imprese che creano ricadute sui territori e creano posti di lavoro. Dobbiamo diminuire tasse e burocrazia. Non solo.
Dica pure
Ci vuole poi un piano di investimenti pubblici per la crescita, in infrastrutture, trasporti, rete digitale, edilizia scolastica, messa in sicurezza del territorio.
Un suo cavallo di battaglia è sempre stato la famiglia, il sostegno alle donne.
Lo è ancora. Ho sempre sostenuto la famiglia tradizionale e le donne che devono o voglio lavorare. Nel nostro programma ci sono il reddito di maternità europeo, incentivi per le assunzioni delle neo mamme, tutele per le lavoratrici autonome, sostegni per i prodotti per la prima infanzia.
Ci ricorda la vostra posizione sul tema dell’immigrazione?
Legalità, sicurezza e immigrazione illegale sono temi nostri da sempre. In Europa non si entra illegalmente, e non può essere favorita un’immigrazione senza limiti. Ribadisco anche la nostra richiesta di blocco navale, perché i problemi vanno risolti a monte. Quindi dobbiamo continuare lavorare non solo perché i barconi non partano, ma perché in Africa si trovino le soluzioni, iniziando, per esempio, a contrastare ogni forma di colonizzazione.
A quale elettorato si rivolge?
A chi, come me, crede che sia la politica a dover servire il popolo, e non viceversa. A tutti coloro che sono stufi dei soliti politicanti, che promettono e non mantengono.
Le Europee sono di solito delle elezioni poco sentite. Il rischio è la bassa affluenza.
Gli elettori il 26 maggio sono chiamati a decidere in che direzione vuole che vada l’Europa. Invito tutti ad andare a votare. Se vogliamo stare in Europa a testa alta, e non come ruote di scorta di Francia e Germania, dobbiamo mettere mano subito all’impianto Europeo. E il programma di Fratelli d’Italia è chiaro.G.T