No vax, in aula si chiede continuità scolastica
La mozione M5S per la frequenza dei non vaccinati passa modificata. Zeni: «In contrasto con le legge»
TRENTO. Trento come Roma per venire incontro alle famiglie no vax? In realtà, la mozione proposta dai consiglieri comunali del M5S (e firmata Lega, Altra trento a sinistra, Insieme Trento) in aula martedì scorso, mentre fuori da Palazzo Thun si teneva un assembramento di un gruppo di manifestanti no vax, è passata, con l’apporto di una maggioranza trasversale, ma con il testo modificato. Se infatti la mozione dei pentastellati recitava «di adoperarsi affinché tutti i minori non vaccinati, ma regolarmente iscritti ed accettati negli istituti possano giungere a conclusione dell’anno scolastico 2017- 18, senza alcuna interruzione di continuità educativa», nel testo approvato sparisce la parola non vaccinati. Questo l’emendamento alla mozione che è passata a larga maggioranza: «Adoperarsi nel rispetto della legge nazionale e delle procedure in atto predisposte dalla giunta provinciale in materia di accesso ai servizi educativi per la prima infanzia, affinché sia garantita la continuità didattica ed il percorso educativo per tutti i bambini attualmente iscritti alla scuola dell'infanzia e ai nidi d'infanzia nel corrente anno scolastico 2017/2018». L’assessore provinciale alla salute Luca Zeni commenta a proposito della mozione: «La Provincia non ha nessun potere di dare attuazione all’impegno approvato, perché è in contrasto con il decreto Lorenzin, che prevede la tassativa esclusione dei bambini dai 0 ai 6 anni dalla frequenza degli asili nido e della scuola materna, le cui famiglie non hanno adempiuto all’obbligo di sottoporli ai vaccini».