«No a populisti e sovranisti Salvini? Io collaboro con chi lavora per un’Europa forte» 

Elezioni europee. Il candidato del Ppe alla guida della Commissione chiude alla Lega,  dice no alla Turchia e sui migranti dice: «Sono gli Stati a decidere chi entra, non gli scafisti»


ubaldo cordellini


Trento. Arriva scortato dall’eurodeputato uscente della Svp Herbert Dorfmann che ha faticato sette camicie per portarlo in regione, ma alla fine ce l’ha fatta. Manfred Weber candidato del Partito Popolare Europeo alla guida della Commissione Europea ieri ha incontrato gli elettori alle Cantine Rotari di Mezzocorona. Ad aspettarlo, oltre a una sala piena, anche la candidata trentina del Patt, Claudia Segnana, 30 anni, insegnante di Borgo Valsugana, il segretario del Patt Simone Karchiori e Silvano Grisenti a nome di Progetto Trentino. Weber ha detto no a nazionalismi e populismi: «Il 26 maggio sarà un giorno fondamentale per il futuro di tutti per ridare forza alla stabilità e voltare le spalle a populismo e nazionalismo», ma in puro stile democristiano ha evitato di attaccare Matteo Salvini, evitando di metterlo nel novero dei nazionalisti, mentre ha avuto parole dure per Marine Le Pen e per l’Afd tedesca. Strategia territoriale, come ha spiegato a chi gli chiedeva conto in privato di questa prudenza. L’applauso maggiore l’ha strappato parlando delle comuni radici cristiane dell’Europa. Dice no all’ingresso nell’Unione della Turchia e spiega che si devono difendere i confini comuni anche dall’ingresso dei migranti: «Non devono essere i migranti a decidere chi entra in Europa, ma gli stati».

Mai come in questo periodo l’Europa viene contestata e attaccata. In Italia è al minimo di popolarità. Cosa fare?

«In questo momento l’Europa è con le spalle al muro e bisogna reagire. Io ho 46 anni e si può dire che la mia è la prima generazione che ha vissuto completamente in pace. Mio padre è nato nel 1947 e ha vissuto gran parte della sua vita con il suo paese diviso in due e con due blocchi contrapposti. Quindi si può dire che la mia è la prima generazione che potuto vivere in pace grazie all’intuizione di Alcide Degasperi, di Robert Schuman, di Konrad Adenauer. Per questo dobbiamo difendere l’Europa e opporci ai nazionalismi che stanno prendendo piede».

Ma i sovranisti raccolgono sempre più consensi.

«Ci sono preoccupazioni che accomunano tutti. La salvaguardia dei confini è tra queste. Devono essere gli stati che decidono chi entra in Europa. Non possono essere gli scafisti a deciderlo. Però, non siamo razzisti. Dobbiamo garantire i confini, ma allo stesso tempo non possiamo negare la dignità o i diritti delle persone».

C’è possibilità di un accordo con la Lega di Matteo Salvini dopo il voto?

«Il mio approccio è chiaro: noi collaboriamo con i partiti che lavorano per un Europa forte. Questo è il mio obiettivo».

Sì, ma Salvini?

«Penso che Salvini sia stato molto offensivo nei confronti dell’Unione Europea. Io credo nella collaborazione, nella cooperazione e Salvini negli scorsi mesi ha cercato un confronto molto aspro con Berlino e con Parigi».

Ma il rigurgito dei nazionalismi dilaga.

«Marine Le Pen in Francia dice: siate orgogliosi di essere francesi e rimettiamo i con fini nazionali. Noi invece diciamo che abbiamo tre identità. Io vengo dalla Baviera e sono bavarese, ma anche tedesco ed europeo. Guai a separare queste tre identità. Per questo diciamo no a un’Europa di sinistra o nazionalista, ma puntiamo dritti al centro».

Tra le preoccupazioni dei cittadini, però, non ci sono solo i migranti. In Italia la crescita economica è bassa e anche altrove non è che sia al massimo. Cosa intendete fare?

«Qui in Trentino la crescita è buona, come in Alto Adige e in Baviera, ma è chiaro che per il futuro dobbiamo difendere il mercato unico, ma anche il libero scambio con i paesi fuori dall’Unione Europea. È fondamentale per la crescita difendere le esportazioni. Dobbiamo fare in modo che si possa esportare liberamente in tutto il mondo. Ora ci sta ospitando un’azienda vitivinicola che vende vino in tutto il mondo e noi dobbiamo fare in modo che possa continuare a farlo. E così deve essere anche per tutti gli altri prodotti agricoli. Noi siamo il partito degli agricoltori. In Europa nessuno li difende, nessuno garantisce loro i contributi. Lo facciamo solo noi e continueremo a farlo».

Ma l’Europa è solo affari ed economia o ci sono anche valori comuni da difendere?

«Se si dovesse sorvolare tutta l’Europa si potrebbero vedere abitudini, tradizioni, usi, costumi e anche piatti diversi. Però, c’è una cosa che accomuna tutti i paesi europei, dalla Grecia all’Irlanda. In ogni piazza troverete una chiesa cristiana. La cosa che abbiamo in comune tutti sono, appunto, le nostre radici cristiane. E io sono fiero di queste radici».

A questo proposito, da molti anni vanno avanti trattative con la Turchia per l’ingresso nell’Ue, lei è a favore o contrario?

«Prima o poi dovremo anche pensare anche ai limiti dell’Europa. Se ci chiediamo se Varsavia o Budapest fanno parte dell’Europa penso che nessuno abbia dubbi. Ma se ci chiediamo se il Kurdistan turco fa parte dell’Europa questi dubbi vengono. Ecco, io sono convinto che noi dobbiamo collaborare con la Turchia, dobbiamo avere ottimi rapporti, ma sono anche convinto che la Turchia non può diventare uno stato membro e mi impegnerò su questa strada. I socialdemocratici, invece, pensano di sì. La differenza tra noi sta anche qui e su questo dovranno scegliere i cittadini».













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