Niente sesso e il marito chiede la separazione
Si erano conosciuti grazie alla loro grande fede e volevano un matrimonio in bianco, ma poi l’uomo ha cambiato idea
TRENTO. Si erano conosciuti in un gruppo di preghiera. Condividevano una grande fede e avevano deciso di cominciare una nuova vita insieme. Una nuova vita con un forte impronta religiosa. Un’impronta tanto forte da non comprendere nel nuovo menage alcun ruolo per il sesso. Il rapporto tra loro doveva essere puramente spirituale, platonico e, per questo, ancora più saldo. Quello tra un professionista originario di fuori provincia e una donna trentina doveva essere un matrimonio in bianco. Entrambi provenivano da precedenti esperienze ed erano giunti a questo accordo convinti di potersi realizzare pienamente nell’amore per l’altro e nell’amore per Dio. Peccato, però, che uno dei due, in questo caso l’uomo, abbia cambiato idea. Il professionista dopo un paio d’anni di vita in comune si è reso conto che il matrimonio senza sesso non era quello che voleva. Si era accorto che un rapporto d’amore per essere completo ha bisogno anche dell’aspetto carnale. O questo, almeno, è quanto ha sostenuto nell’atto con il quale ha chiesto la separazione dalla moglie. L’uomo, infatti, dopo il periodo di convivenza ha chiesto la separazione e ha anche cambiato convinzioni, dal momento che la religione nella sua vita è passata in secondo piano. Così ha chiesto anche l’addebito della separazione alla moglie. Secondo il professionista, sarebbe stato proprio il rifiuto della donna a fare sesso alla causa della rottura del matrimonio. Per questo motivo, secondo i legali del professionista, alla donna non doveva essere riconosciuto neanche l’assegno di mantenimento.
Da notare che, negli anni di matrimonio, i due avevano convissuto e che la donna non lavorava. La coppia viveva grazie alle entrate del professionista che aveva una solida posizione nella sua città. La moglie si era trasferita e anche per questo non aveva fatto in tempo a trovarsi un lavoro, anche se lo stava cercando in maniera molto attiva.
Con la separazione, la donna è rimasta senza casa ed è dovuta tornare a vivere in Trentino dove sta cercando di riannodare i fili della sua esistenza. Fili spezzati da questo matrimonio che si presentava come un’unione solida e che, invece, è durata il tempo di capire che i due coniugi avevano idee diverse. O meglio, che uno di loro, il marito, aveva cambiato idea.
Così ne è nata una vera e propria battaglia in Tribunale. La separazione è di quella che vengono definite come giudiziali, ovvero che vengono decise dal giudice dal momento che i coniugi non trovano un accordo. La prima udienza si è tenuta alcuni giorni fa. Il professionista chiedeva che alla moglie non venisse riconosciuto alcun assegno di mantenimento. D’altro canto i legali della donna hanno chiesto un assegno mensile di 1.500 euro. Il giudice una volta analizzate le carte ha concluso che la donna aveva diritto al mantenimento dal momento che non poteva esserle addebitata la separazione. Questo perché la signora non si era rifiutata di avere rapporti sessuali, ma si trattava di un vero e proprio progetto di vita in comune. Un progetto che prevedeva un amore reciproco suggellato da una grande fede. Un progetto che è naufragato in una triste aula di tribunale.
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