Nidi aziendali, il Comune accelera

Un avviso pubblico per sondare l'interesse delle aziende



TRENTO. Il Comune di Trento punta sugli asili nido aziendali per accudire i bambini vicino ai luoghi di lavoro dei propri genitori. L'assessore all'istruzione Paolo Castelli lo aveva preannunciato ad aprile al nostro giornale e nei giorni scorsi sul sito di palazzo Thun è stato pubblicato l'avviso pubblico per raccogliere le manifestazioni di interesse di datori di lavori, privati o pubblici.

L'iniziativa è stata sbloccata da una delibera della legge provinciale approvata lo scorso novembre, che ha approvato i criteri e le modalità per assegnare i finanziamenti ai Comuni dal fondo perequativo: i nidi aziendali devono essere gestiti da un soggetto accreditato (cooperative o organismi di utilità sociale non lucrativi), le tariffe dovranno essere le stesse fissate dal Comune per i propri asili nido e le spese di attivazione saranno ripartite tra Provincia e azienda.

La priorità, nel finanziamento dei servizi alla prima infanzia, andrà comunque agli asili nido pubblici e ai nidi familiari (Tagesmutter), ma quella dei nidi aziendali resta una terza opportunità che il Comune non vuole lasciar cadere. Finora l'esperienza ha riguardato grandi realtà - Cooperazione, Azienda sanitaria, Università, Itea, Interbrennero - che hanno possibilità autonome di finanziare il servizio. La sfida da qui in avanti sarà di allargare il campo d'azione.

Le aziende che manifesteranno il proprio interesse a ricevere il sostegno finanziario dovranno attivare l'asilo nido - singolarmente o a livello interaziendale - entro il 1º settembre 2012, sul territorio comunale, affidando la gestione a un soggetto accreditato e applicando come detto le stesse tariffe dei nidi comunali.  Attualmente i posti nei 22 nidi comunali sono 1067, con un rapporto tra posti disponibili e bambini del 34%: Trento ha dunque superato l'obiettivo del 33% indicato dall'Unione europea, ma la richiesta è in costante aumento e gli asili nido aziendali potranno essere una risposta in più per le famiglie.













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