Nella rete di Rania un luccio “mostro” di quasi 22 chili
Catturato in acque basse: forse stava cacciando una trota Supera di almeno 4 chili qualsiasi record del passato
RIVA. Il record mondiale accertato della specie è di 25 chili. Il luccio catturato da Alberto Rania nell’Alto Garda non ci va molto lontano: 21,6 chili di peso per 145 centimetri di lunghezza. Pescatore di mestiere, l’unico attivo nella parte trentina del lago, ha catturato con le reti quello che basta un’occhiata alla foto per catalogare tra i mostri. Reti di fondo, ma calate in acque relativamente basse.
Con ogni probabilità il superluccio è stato tradito dalla sua foga in caccia: nella rete è finito a pochissima distanza da una trota di circa un chilo. Nulla di più ragionevole che pensare che la stesse inseguendo - un luccio di queste dimensioni mangia tranquillamente anche pesci tre o quattro volte più grossi - è che entrambi siano finiti in quella rete che forse in condizioni normali avrebbero intuito, malgrado il buio della notte, ed evitato. Ma al di là delle modalità della cattura, è la presenza nel Garda di un pesce di queste dimensioni a fare scalpore.
Perché i record della specie hanno una cosa in comune: sono tutti registrati in Paesi del Nord Europa. Olanda, Germania, Polonia, penisola scandinava. Altre acque, altro clima e anche, almeno fino a qualche anno fa, altra sottospecie. Perché mentre il Garda è stato da sempre popolato dal luccio italico, a nord dello spartiacque delle alpi vive una specie diversa, il “northern pike” (luccio del nord) che per un non profano ha caratteristiche ben riconoscibili che lo rendono diverso dall’italico. Una livrea più tendente al verde che al marrone argentato, soprattutto, ma anche diverse proporzioni della testa (ancora più lunga e affusolata di quella già a becco d’anatra del luccio nostrano).
Anche l’indole è diversa: il “verdone”, nome volgare del luccio del nord, è più aggressivo, più resistente alle difficoltà ambientali e cresce mediamente più in fretta e di più. Nelle acque del Nord Italia sono arrivati per semine sconsiderate (o semplicemente ignoranti) di avannotti una ventina di anni fa, e si sono trovati bene. Nel Garda, evidentemente, benissimo. L’anno scorso a Torbole e a Riva ne erano stati catturati due di 14 e 17 chili nel giro di poche settimane. Fissando e subito ritoccando il record di luccio più grosso catturato in queste acque a memoria d’uomo.
Adesso il luccio catturato da Alberto Rania fa saltare qualsiasi termine di riferimento. Evidentemente i “northern” nel Garda crescono bene come in Finlandia. Forse addirittura meglio, considerando che hanno solo pochi anni di ambientamento alle spalle. Sono pesci stupendi, ma dal punto di vista ambientale non sono pesci del Garda. E il luccio italico pare condannato a lasciare loro il lago.