Nella “Casa dei Turchi” di Rovereto un b&b vegano
La famiglia Galvagni (che gestisce anche il ristorante l’Orto di Pitagora in piazza Malfatti) ha deciso di aprire la “Dimora dell’orto”
ROVERETO. Dopo il ristorante, arriva il bed & breakfast vegetariano e vegano. É la "Dimora dell'orto", e si trova nella casa forse più bella di tutta Rovereto: la Casa dei Turchi. In questa casa tra il Leno e Santa Maria c'è già un altro bed & breakfast, e l'Airbnb di Gianni Jacucci, proprietario dello stabile e che ne finanziò il restauro.
L'ultimo B&B è però una "filiazione": è gestito infatti dalla famiglia che possiede anche il ristorante vegano e vegetariano di piazza Malfatti, "L'Orto di Pitagora". Con questa nuova apertura, di fatto la "Casa dei Turchi" - diventata uno dei simboli della città della Quercia, dopo la sua splendida ristrutturazione - è ora al completo. E la "filosofia" del tutto particolare del ristorante di piazza Malfatti, si estende all'interno del centro storico di Rovereto.
«Ci siamo trasferiti ad abitare nella "Casa dei turchi" - spiega Annalisa Galvagni, che assieme ai figli Alain ed Igor gestisce il ristorante vegetariano - e ci è venuta l'idea di dare un servizio all'Orto di Pitagora, estendendone la filosofia. Il B&B è aperto da circa un mese, e ospitiamo anche i clienti del nostro ristorante».
Si tratta di una suite con quattro posti letto (un matrimoniale e un divano letto) con vista sul Leno, al terzo piano della casa dei Turchi. Come al ristorante, però, dimenticatevi la carne; e potete mettere da parte anche il latte, se siete vegani. «Non facciamo colazioni in base alle richieste del cliente. Serviamo frutta, dolci vegani o vegetariani - prosegue Galvagni - del resto non siamo un albergo. Un bed & breakfast del resto funziona proprio così: ti ospito a casa mia, e quindi è come se fossi a casa mia, e a casa mia si mangia così».
La formula, complice il forte aumento di persone vegetariane e vegane, è vincente, lo si è visto al ristorante di piazza Malfatti, dove la frequentazione è assidua, a due anni dall'apertura. É stato il primo esercizio ad affiliarsi al circuito dell'Ecoristorazione in Trentino.
Non ci sono doppi turni e quindi si può restare fino alla chiusura a chiacchierare, rilassarsi, l'arredamento è originale, e si beve rigorosamente acqua "del sindaco": «che è buonissima, noi in più la filtriamo. Se servissimo l'acqua che si compra mi basterebbe a pagarmi l'affitto, ma noi abbiamo fatto questa scelta», dice Annalisa Galvagni.
Il ristorante è anche etico: ha accolto una ragazza del progetto Formichine (per le donne in difficoltà), ed ora l'ha anche assunta.