TRENTO. Roma ha deciso: alle elezioni del 27 ottobre Forza Italia si chiamerà Forza Trentino e avrà Giacomo Bezzi come candidato presidente. Dopo settimane di attesa e di incertezza, è questa la linea comunicata dai vertici nazionali del partito (in primo luogo dal coordinatore del Pdl Denis Verdini). Una scelta che sancisce la scomparsa del simbolo del Pdl ma che per il momento rimanda il lancio di Forza Italia camuffandola dietro un nome più territoriale, Forza Trentino.

Il simbolo trentinizzato era sostenuto da Bezzi e ha visto invece molto fredda il sottosegretario Michaela Biancofiore, la quale avrebbe voluto che le elezioni regionali in Trentino Alto Adige fossero il primo banco di prova della rinata creatura berlusconiana. A Roma - dopo una riflessione che si è inevitabilmente intrecciata con le vicende nazionali e che non ha trascurato l’eventualità di nuove elezioni politiche in caso di caduta del governo Letta - si è optato per Forza Trentino. Una soluzione - spiegano da Forza Italia - che rappresenta un passo per cercare un accordo in extremis con la coalizione delle civiche di Diego Mosna, per il quale premono sia i berlusconiani che la Lega. Non è un caso che nel simbolo non comparirà la scritta «Bezzi presidente» (come ipotizzato in un primo tempo) proprio per dimostrare massima apertura a Mosna.

La strada ad oggi rimane tutta in salita nonostante le pressioni ad allargare l’alleanza siano arrivate in queste settimane anche dall’interno delle civiche. Ma Silvano Grisenti, azionista di maggioranza della coalizione, ha ribadito pochi giorni fa che la linea non cambia: no ad accordi con i partiti tradizionali (Lega e Fi), «non siamo obbligati a vincere» ha detto prestando il fianco alle critiche di chi lo accusa di puntare solo a tenere il centrosinistra sotto il 40% per poi far pesare i suoi voti dopo le elezioni. Se la nuova denominazione Forza Trentino farà cadere il niet si capirà nei prossimi giorni. Bezzi resta convinto che il nuovo nome servirà comunque per parlare a quella fetta di autonomisti che sono di centrodestra ma che alle elezioni provinciali preferiscono il Patt o liste territoriali.

©RIPRODUZIONE RISERVATA