Mulas: «Mi dispiace non volevo ucciderlo» 

In carcere il 56enne arrestato per omicidio volontario ha incontrato il legale «È molto provato e disperato per la morte dell’amico Andrea Cozzatti»



TRENTO. «Non volevo ucciderlo, non volevo ucciderlo». Salvatore Roberto Mulas continua a ripetere questa frase nella cella del carcere dove è recluso dalla notte fra domenica e lunedì. E l’ha ripetuta più volte, ieri mattina, a Stefano Daldoss, il suo avvocato. Un uomo molto provato, così è apparso Mulas che se è segnato nell’animo da quello che è successo nel suo appartamento di via Maccani domenica sera, è segnato anche nel corpo da una situazione pesante dal punto di vista medico. «È molto dispiaciuto per quello che ha fatto - spiega il legale - Andrea Cozzatti era un suo amico, si conoscevano da diverso tempo, si vedevano spesso. È veramente molto provato». Le ore passano e Mulas prende sempre più cognizione di quello che è successo, della tragedia provocata dalla coltellata che ha inferto alla schiena del 44enne di Vezzano. Nella sue mente ricostruisce i momenti che hanno preceduto il corpo mortale sul corpo dell’amico. E si dispera. Ripete che non voleva ucciderlo. «Mi ha colpito alla testa con una bottiglia - ha spiegato nel corso del primo breve interrogatorio - e poi continuava a scuotermi. Ho preso il coltello che era sul tavolo e l’ho colpito». Un gesto per difendersi da un’aggressione, questa è la ricostruzione che fa il 56enne sardo. Una ricostruzione che dovrà ora passare al vaglio degli elementi raccolti dalla polizia in questi giorni. Ci sono i riscontri fatti dagli investigatori. E poi ci sono le verifiche scientifiche, sul sangue e sulle tracce trovate nell’appartamento al piano rialzato di via Maccani 22. Il tutto assieme alla relazione finale del medico che ha eseguito l’autopsia sul corpo di Andrea Cozzatti.

Intanto emergono dei particolari sui momenti precedenti alla morte del 44enne. I due pare che si siano visti all’esterno e che insieme siano andati a bere una birra. È in questo momento che ci sarebbe stato un alterco fra i due. Una lite sulle cui cause ancora non c’è certezza. Lo scontro verbale sarebbe diventato fisico quando, sul pianerottolo della casa di Mulas, il sardo sarebbe stato colpito con una bottiglia alla nuca. Lo scontro fra i due si sarebbe poi spostato all’interno dell’appartamento. Con Mulas - così ha detto lui stesso - che sarebbe stato aggredito di nuovo da Cozzatti, che lo avrebbe scosso più volte. E quindi la reazione dell’arrestato, il colpo di coltello che per l’amico è stato mortale. Poi la corsa alla pizzeria al taglio che si trova a pochi passi dalla casa, l’arrivo dei sanitari e poi della polizia. E ora il carcere.













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