Motoslitte, scempio in Adamello

L’allarme del presidente Sat Motter: "Siamo ad un punto di non ritorno". Fissato per oggi un incontro urgente con Zulberti "Rovinata l’immagine della nostra montagna"


Jacopo Tomasi


TRENTO. Il ghiacciaio del Parco naturale Adamello Brenta è uno dei tesori ambientali più preziosi del Trentino. Questo paesaggio da cartolina, però, è sempre più spesso vittima di atti sconsiderati. L’ultimo risale al 29 aprile scorso. Otto motoslitte sono state incontrate (e fotografate) da uno scialpinista che si stava godendo lo spettacolo. Spettacolo rovinato dal rombo dei motori e dalle scie lasciate sulla neve. Le «motoslitte della vergogna», con tutta probabilità, erano salite di primo mattino dal Passo Tonale e, attraverso il Passo Presena, erano giunte al ghiacciaio, in pieno parco naturale. Seguendo le evidenti tracce non è difficile ricostruire il percorso effettuato: Passo della Valletta, Passo Adamello, Passo di Salarno, Dosson di Genova fino a circa 3.420 metri di quota, Passo della Lobbia Alta, Passo di Folgorida. A denunciare lo scempio è stato uno scialpinista valtellinese, iscritto al Cai, che ha subito avvisato la Sat.

Il presidente, Piergiorgio Motter, non ha perso tempo e già oggi incontrerà il presidente del Parco Adamello Brenta, Antonello Zulberti, per far presente la preoccupazione dei satini. «Siamo davvero preoccupati - afferma Motter - perché non è possibile che ci sia gente che, senza alcun timore, scorrazza in lungo e in largo sulle nostre montagne, sacre per il popolo trentino. In Valtellina, purtroppo, il fenomeno delle motoslitte è diffuso, con la ricomparsa dell’Eliski, ma non è accettabile che oltrepassino il confine e vengano a scorrazzare anche in territorio trentino. Il pericolo - continua Motter - è che la situazione sfugga di mano e si arrivi ad un punto di non ritorno». La Sat si conferma «sentinella» della montagna e del territorio, pronta a denunciare ogni sfregio. «Ci rendiamo conto che non è impresa facile tenere controllato un territorio vasto come quello del Parco naturale Adamello Brenta, ma gli enti preposti devono fare qualcosa per vigilare queste zone, soprattutto alla luce di queste denunce». Oltre alla tutela dell’ambiente, aspetto primario per la Sat, il presidente Motter sottolinea un altro aspetto. «Questa gente che va in motoslitta non rovina solo il paesaggio, ma anche l’immagine della montagna con possibili ripercussioni sul turismo. Se uno scialpinista - spiega Motter - viene a sapere che in un parco naturale scorrazzano liberamente delle motoslitte, cambia zona. Ed il chiaro segnale sono le disdette, già arrivate a rifugi e alberghi, da parte di alcuni turisti stranieri intenzionati a praticare scialpinismo. L’arroganza di queste motoslitte non può essere più tollerata».

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