Mosna-Rossi, la sfida è tra strade e ferrovia

Al nostro forum due visioni di Trentino. Il candidato delle civiche: campi da golf per turisti d’élite. Il leader del centrosinistra: vocazioni dei territori


di Jacopo Tomasi


TRENTO. Immaginano un Trentino diverso. Dal turismo alla ricerca, dalla viabilità all'urbanistica, le ricette di Diego Mosna e Ugo Rossi sono spesso in contrasto. Rispondendo alle domande dei lettori - arrivate via mail, attraverso Facebook o al telefono durante il forum organizzato ieri dal Trentino - i due principali candidati alla presidenza della Provincia hanno presentato i loro modelli. Il candidato presidente delle civiche vuole «più strade», campi da golf «per attrarre un turismo d'èlite» e ripete il mantra «cambiare per vincere, come la Trentino Volley». Il candidato del centrosinistra autonomista invece punta sulla ferrovia, guarda al turismo «evitando lo sci di massa dappertutto e valorizzando le malghe» e segue il solco della continuità.

A rompere il ghiaccio sono state le domande sulla viabilità. Barbara Sessa, di Volano, ha chiesto come intendono risolvere il problema del traffico in Vallagarina.

Mosna. Bisogna sicuramente mettere mano alla viabilità di quell'area con un progetto organico, prendendo in considerazione anche il collegamento tra Rovereto e Riva del Garda. Questi aspetti non si risolvono con Metroland. Saremo sempre più o meno dipendenti dalle automobili e servono strade per farle circolare al meglio.

Rossi. Nel programma, dal punto di vista della viabilità, abbiamo tre priorità: il collegamento Rovereto-Riva, la messa in sicurezza della Valsugana e l'attraversamento di Rovereto. Per quest'ultimo punto le soluzione tecniche sono ancora fluide. In passato c'erano più risorse, si sono fatte tante strade, ma nonostante il grande decisionismo (frecciatina a Grisenti, ndr) su questo non si è deciso...

Giuliano Gabrielli di Pergine ha chiesto lumi su Valdastico, Valsugana e corridoio del Brennero.

Mosna. Della Valdastico si parla da 35 anni e su questo argomento c'è da sempre una barriera ideologica. Dobbiamo decidere se mettere mano su 70 chilometri di Valsugana, oppure se fare un traforo che sbucherebbe a nord di Rovereto, con costi a carico della Serenissima. Io penso che questa occasione sia funzionale e non credo ripetibile.

Rossi. È una favola che a costruire la Valdastico possa essere la Serenissima, che è piena di debiti. La nostra idea è quella di portare il traffico su ferro sul nostro territorio. Dobbiamo tutelare questa scelta e la Valdastico sarebbe in evidente contraddizione. Certamente, è prioritario mettere in sicurezza la Valsugana e spingere affinché, soprattutto il traffico pesante che arriva dal Veneto, transiti dalla ferrovia del Brennero.

Anna di Cles accende il riflettori sul turismo: è un pilastro dell'economia trentina: qual è il vostro modello di sviluppo?

Rossi. L'offerta turistica del Trentino è composita e questa è una nostra forza. Dobbiamo essere bravi a sviluppare il turismo dappertutto, stando però attenti alle vocazioni dei territori. Non si può più pensare, ad esempio, allo sci di massa dappertutto. Inoltre credo sia importante puntare su un turismo sostenibile, legato all'agricoltura e alla zootecnia ma anche alla cultura, che faccia riscoprire le malghe e possa allungare le stagioni.

Mosna. È fondamentale decidere se puntare su un turismo di massa dall'Est Europa o su un turismo d'élite, richiamando i nuovi ricchi da Cina, India, Vietnam... Questa seconda strada mi pare interessante e mi domando perché ci si opponga alla costruzione di due campi da golf: non deturpano l'ambiente e attraggono un turismo ricco, di qualità, che spende e porta ricchezza.

Dal turismo alla ricerca. Giulia, studentessa universitaria, scrive: "negli ultimi anni la Provincia ha investito molto su Università e ricerca. Nei prossimi anni ci sarà spazio per altri investimenti?".

Rossi: Si è giustamente investito sulla ricerca e adesso dobbiamo migliorare sul trasferimento tecnologico, attraverso un coinvolgimento diretto delle imprese. Per questo potrebbe essere importante un rapporto più stretto con Bolzano, mettendo in luce le nostre capacità nella ricerca di base.

Mosna: E' un argomento importantissimo e sarà necessario un riordino delle principali realtà di ricerca. Fondazione Kessler e Fondazione Mach dovranno occuparsi più di ricerca applicata, mentre l'Università potrà essere più orientata alla ricerca di base.

Alessio da Trento chiede che ne sarà dell'area ex Italcementi.

Mosna: E' una vicenda molto chiacchierata. Si parla di realizzare un Polo scolastico, ma probabilmente le scuole che abbiamo vanno bene e si può andare avanti con gli edifici che abbiamo. Il rischio, in ogni caso, è che con i valori alti che ci sono attualmente per quell'area, qualsiasi opera pubblica si vada a realizzare possa costare troppo.

Rossi: Una riqualificazione di quell'area è assolutamente necessaria. Credo che Trento meriti un polo scolastico legato al mondo delle imprese, per migliorare la nostra offerta scolastica prendendo spunto dal modello anglosassone. Sugli spazi dedicati alle Ict, invece, potrebbe essere opportuno un supplemento di riflessione: prima di investire bisogna essere certi che le aziende interessate a quell'area ci siano davvero.

Infine, una domanda di stretta attualità. Giorgio chiede, infatti, la posizione dei candidati su indulto e amnistia.

Rossi: Sono molto dubbioso sulla valenza di questa soluzione. Si dovrebbe investire di più sulle strutture e sul recupero delle persone, come abbiamo fatto responsabilmente in Trentino col nuovo carcere.

Mosna: Sono contrario di principio ad indulto e amnistia. Non si può togliere la certezza che chi infrange la legge verrà punito. Serve una strategia nazionale per risolvere seriamente il problema.

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