Morì in pista, indagini chiuse per 5 indagati
Per l’incidente mortale a Bruno Paoli, accusato di omicidio colposo tre membri della società e due dipendenti provinciali
TRENTO. Era il 21 gennaio e Bruno Paoli, poliziotto in forza alla sottosezione autostradale della Stradale, stava sciando sulle piste della Panarotta assieme a due dei suoi tre figli. Qualche ora di relax a pochi passi da casa (viveva a Sant’Orsola), sciate tranquille, a misura di bambino. La tragedia sulla pista di collegamento malga Rigolor, un tratto quasi pianeggiate (la pendenza è dell’8 per cento). Paoli perde il controllo degli sci, cade in una scarpata lungo la pista, sbatte contro rocce e ceppaie. Lo portato al Santa Chiara: è gravissimo, viene operato d’urgenza ma due giorni dopo muore. Si muove la procura che mette sotto sequestro il tratto di pista, ci sono le indagini di polizia e forestale e ora si è arrivati all’avviso di conclusione indagini. Cinque gli indagati tutti legati dal reato di cooperazione colposa in omicidio colposo. Tre sono legati alla società che gestisce l’impianto, e due sono dipendenti della Provincia, in particolare un dirigente e un tecnico del Servizio piste e impianti a fune. Si tratta di Fabrizio Oss, presidente e legale rappresentante della società Panarotta srl, (difeso da Betti Tonini), Alberto Pedrotti, delegato alla sicurezza della società, Renzo Gaiga, responsabile della sicurezza delle piste da sci (difesi da Monica Baggia), Silvio Dalmaso, dirigente del servizio turismo e impianti a fune della Provincia e Gianfranco Mittempergher, affidatario dell’incarico di vigilare sull’osservanza della legge provincia sugli impianti a fune (avvocato Nicola Stolfi).
Alla società Panarotta la procura contesta di non aver messo in atto degli idonei interventi per prevenire gli incidente. E questo nonostante ci siano state diverse segnalazioni da parte degli uomini della Forestale. In particolare secondo l’accusa non era stata prevista una rete di sicurezza a protezione di eventuali uscite di pista. Come quella che è costata la vita a Paoli. E per sostenere la pericolosità di quel tratto di pista viene ricordato un incidente avvenuto nel 2011 nello stesso tratto nel quale rimase ferito un ragazzo di 16 anni. La colpa del dirigente della Provincia sarebbe stata quella di non deciso alcuna prescrizione per la società nonostante ci fossero state delle segnalazioni su alcune criticità della pista e alcune specifiche su quel tratto di collegamento. Simile la posizione di Mittempergher.
Ora tutti gli indagati stanno predisponendo le difese con perizie e ulteriori accertamenti. Da parte della Panarotta - spiega l’avvocato Baggia - sono già iniziati degli interventi per la sistemazione di alcuni punti in vista della prossima stagione invernale. Che non vedrà più l’utilizzo del collegamento di malga Rigolor che è di proprietà degli Usi civici. Il progetto di eliminazione del tratto era precedente alla tragedia e prevede lo spostamento di quel tratto di pista: la società ha già depositato la rinuncia al pezzo di tracciato dove Paoli ha perso la vita. La famiglia del poliziotto si è appoggiata all’avvocato Claudio Tasin e ha avanzato una richiesta di risarcimento di circa un milione di euro.
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