Molotov, in casa c’era tutto l’occorrente
Pallaoro, ambulante di Pergine, accusato di fabbricazione di materiale esplosivo. Sospettato di altri attentati
TRENTO. La Procura ha chiesto il carcere, Lino Pallaoro sarebbe pericoloso. L’ambulante di Pergine, 55 anni, accusato di incendio, di detenzione e fabbricazione di materiale esplosivo, in casa sua aveva un “laboratorio”: diverse bottiglie della stesso tipo trovato a Trento e usato a Pergine, pezze di stoffa da usare come miccia. Non c’era, all’interno della casa, un luogo preposto esclusivamente alla fabbricazione di bottiglie incendiare, c’era però tutto l’occorrente. A Pallaoro verrebbero attribuiti anche altri attentati. Diversi i capi di imputazione a suo carico. Il commerciante, dunque, avrebbe potuto colpire ancora, avrebbe potuto avere altri obiettivi. Nessuna ragione politica, alla base dei fatti che gli vengono contestati, ma un profondo rancore, cresciuto nel tempo, verso le istituzioni. Venerdì l’udienza di convalida, ieri la visita, in carcere, del suo avvocato. Un muro di silenzio assoluto. Pallaoro è apparso disorientato, talmente provato da non riuscire nemmeno a parlare per tentare di spiegare, provare ad esternare il perché questi rancori abbiano poi preso la piega della vendetta nella forma delle molotov.
Per la difesa questa è una fase delicata, si deve ricostruire la storia di Pallaoro, si deve verificare se possa essere affetto o meno da una qualche patologia. Per ora ci sono i fatti: la fabbricazione delle tre molotov (tre bottiglie di Zibibbo) trovate la settimana scorsa, nel giorno di mercato a Trento, giovedì, in piazza D’ Arogno. Sabato scorso a Pergine, sempre nel giorno di mercato, vengono lanciate due molotov: una contro la casetta, al parco, della Pro Loco, l’altra nel cortile di un condominio di viale Venezia dove ha lo studio anche un commercialista. Pallaoro dovrà rispondere anche di danneggiamento, avrebbe danneggiato dei bancomat di diversi sportelli della Cassa Rurale di Pergine, assieme al videocitofono del sindaco Roberto Oss Emer. Il suo obiettivo erano le istituzioni, il rancore anche nei confronti di alcune persone: di chi prendeva il suo posto nelle piazze di mercato quando lui era assente. Una prassi, che però lui mal tollerava, interpretandola come uno sgarbo personale meritevole, pare, di vendetta. Tre molotov, quelle trovate in piazza D’ Arogno, per tre persone che avrebbero occupato (senza titolo, a suo modo di vedere) il suo spazio di commercio ambulante. La molotov di Pergine, nel cortile di un palazzo di piazza Venezia, sarebbe stata destinata ad un commercialista, per una questione che lui riteneva non risolta. La molotov, in una casetta di legno, al Parco Tre castagni di Pergine, usata come biglietteria per al festa delle Pro Loco, sarebbe stato un atto dimostrativo. Sconcerto a Pergine, per l’intera vicenda.
Pallaoro è considerata persona estrosa, nessuno però si aspettava potesse arrivare a tanto. Un uomo che, nel corso degli anni, si era sempre interessato alla vita del paese, sempre presente alle manifestazioni, attento alla politica. Amico di tutti, parlava volentieri, non raccontava dei suoi problemi personali, nemmeno quando, pare, qualcosa si era incrinato nel rapporto con le istituzioni e non solo. «In questo difficile momento, il mio pensiero va alla famiglia e alla salute di Lino» chiude il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer. (f.q.)