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Mirko, c’è l’inchiesta: funerale in ritardo

Il feretro del ragazzo è arrivato in chiesa poco dopo l’orario stabilito. Probabile un’autopsia prima della cremazione



CLES. È stata aperta un’inchiesta contro ignoti per la morte del quindicenne Mirko Micheli, che sabato a Cles ha perso la vita cadendo con la sua Ktm da cross e andando a sbattere contro un cavo teso fra i meleti. La decisione è stata assunta ieri dalla pm di turno Licia Scagliarini, dopo che in mattinata era stata avvisata dai carabinieri di Cles che erano sopravvenuti “elementi nuovi”, potenzialmente tali da far emergere delle responsabilità legate all’incidente. Si tratta di profili teorici, ma che costringono l’autorità giudiziaria a compiere tutti gli accertamenti sul caso.

La Procura ha fatto una corsa contro il tempo, cercando di garantire che il funerale venisse celebrato nella data e all’ora stabilite: le 14 di ieri. La pm Scagliarini ha chiesto ai medici del Distretto sanitario di Cles di compiere una ispezione cadaverica urgente, che è stata eseguita tempestivamente. L’esame però non ha permesso di chiarire, sulla base delle evidenze (le eventuali ferite, in particolare al capo), quale fosse stata con precisione la causa del decesso. Un elemento, questo, indispensabile per concedere l’autorizzazione alla cremazione della salma, richiesta dalla famiglia del giovane. Da qui l’orientamento del magistrato a compiere ulteriori esami: forse già nella giornata di oggi sarà quindi effettuata un’autopsia sulle spoglie del povero giovane.

Un atto dovuto, anzi imposto dalla legge. «La Procura si scusa ovviamente se un funerale deve essere rinviato - ha spiegato il procuratore capo Marco Gallina - e questo provoca turbamento, ma quando l’ufficio viene notiziato di possibili profili di reato è obbligato ad intervenire, con i tempi delle indagini». I profili di cui parla il procuratore non sono noti, ma potrebbero contemplare futuri accertamenti sul cavo teso tra i meleti (se fosse in un punto potenzialmente pericoloso, ad esempio) e sul veicolo che il ragazzo guidava.

Il funerale alla fine è stato celebrato, seppure con un lieve ritardo. La chiesa parrocchiale di Cles era stracolma di persone accorse, anche un’ora prima, per dare il loro ultimo saluto a Mirko, un ragazzino dolce e responsabile che si era distinto anche a scuola come un esempio per i suoi compagni. Mancava la bara e questo ha spinto in molti ad interrogarsi sul motivo di quello che il cappellano ha definito un semplice ritardo, invitando la comunità dei fedeli a continuare nelle preghiere.

Poco prima dell’inizio del funerale è stato il decano e celebrante, don Renzo Zeni, a prendere la parola dall’altare per informare i presenti che la situazione era stata sbloccata grazie all'intervento del capitano dei carabinieri e del sindaco, precisando che al termine del rito la bara sarebbe tornata alla camera mortuaria di Cles a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il feretro è arrivato una manciata di minuti dopo le 14. Non sono mancati momenti di tensione fra amministratori e Procura. La collaborazione di tutti ha però consentito alla fine di impedire uno slittamento che sarebbe stato difficile da spiegare alla famiglia e alle centinaia di persone intervenute.(l.m.)













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